A Papanice gli abitanti della popolosa frazione del comune di Crotone da qualche settimana non passano più notti tranquille. La preoccupazione si è diffusa ovunque e quella che sembrava soltanto un’ipotesi, improvvisamente, come una sorta di fungo velenoso e inquinante, sta per tramutarsi in spaventosa realtà che sorge davanti alle case e alle piazze del loro piccolo borgo rurale, la sagoma che cresce inarrestabilmente ora per ora, giorno per giorno, di un immenso grattacielo di sporcizia, immondizie e rifiuti provenienti da ogni parte dell’intera Calabria. Un futuro incombente, altro che prossima Crotone, un incubo che sta via via tramutandosi in una sempre più minacciosa, umida e appiccicaticcia certezza materiale.
di Vito Barresi
A volere una torre abominevole, ancora più alta delle pale eoliche che sono disseminate in ogni parte della campagna, è stata una delle ultime decisioni della Giunta Regionale che con la “scusa” di un’ennesima emergenza rifiuti trova subito le porte spalancate, agganciando l’ultimo anello privato di una catena distorta e iniqua che materialmente tiene sotto “schiavitù” e “ricatto” l’intera popolazione calabrese.
Ovviamente in testa a questa catena delle scelte, saldo con le mani sul cruscotto di comando, ritroviamo more solito il ragionier presidente Mario Gerry Oliverio più disarcionato che mai non solo dalla magistratura “gratteriana” che lo tampina da mane a sera (LEGGI) ma anche dal suo stesso partito, il PD di Nicola Zingaretti che ha in animo di licenziarlo in tronco, immediatamente e senza alcun preavviso.
Un siffatto inaffidabile amministratore, uomo politico che evidentemente pensa di agire senza limiti né paletti di merito e di legittimità, si è permesso il lusso di approvare l’ennesimo provvedimento “capestro” che pregiudica il futuro di Crotone, assegnandogli il posto di città delle discariche, hub regionale di tutta l’immondizia che la stessa filiera pubblica non riesce a controllare né a gestire se non in perdita a danno dei cittadini, dell’ambiente e dell’ecologia, a totale favore invece del ceto politico dominante e dei gruppi economici che hanno trasformato la spazzatura in un monopolio e in una vera e propria nuova rendita di posizione.
A sei mesi dalle prossime elezioni questa scelta assume un evidente valenza strategica, quasi di nefasta natura programmatica, anti ecologica e anti ambientale, oltre ad essere non eticamente proponibile, e per altro non risulta neanche sostenibile in termini di impatto sul territorio e di concentrazione, in un solo luogo regionale di tutto il peso dei rifiuti di ben cinque province.
E tutto ciò avviene nel silenzio assordante dei rappresentanti istituzionali crotonesi che tacciono e non mostrano vergogna nel non contrastare le malefatte di questo Attila che ha affossato in meno di 5 anni le speranze le prospettive di sviluppo dell’intera regione.
Stiamo parlando cioè della totale assenza dell’assessore regionale Antonella Rizzo, della consigliera regionale Flora Sculco, dei parlamentari a Cinque Stelle Margherita Corrado ed Elisabetta Barbuto, e non per ultimo del sindaco facente funzioni per conto altrui il perito assicurativo Ugo Pugliese che ha appena biascicato qualche parola in proposito.
Per non dire del grande regista del patto d’onore, stretto in più riprese e nel corso di grandi manifestazioni promozionali, vale a dire il centroide Enzo Sculco a cui si dovrebbe chiedere cosa ha portato l’alleanza da lui voluta e imposta, il contratto tra Oliverio e il Comune di Crotone, se non al fallimento pieno e tanto evidente nelle vertenze Corap, Aeroporto e discarica Columbra tra Cutro e Papanice.
Lo stesso Oliverio, non sappiamo secondo quale ragione ma forse per favorire altri ha sempre vietato una localizzazione diversa che era quella che puntava su Scandale, e che secondo i suoi fautori sarebbe stata una delle chiavi per trovare la soluzione dei rifiuti sul territorio Provinciale crotonese.
Così come desta inquietudine, perplessità, l’aver vietato tale discarica che avrebbe consentito di svuotare gli immondi e abominevoli resti industriali di Pertusola.
Fin dall'inizio del suo mandato Jerry Oliverio aveva sbandierato ai quattro venti che la provincia di Crotone doveva essere un territorio a zero discariche, a maggior ragione perché si era in presenza di una notevole emergenza ambientale quale resta ancora quella della Bonifica di Pertusola.
Chi avrebbe potuto difendere, chi avrebbe dovuto mettersi dalla parte di Crotone se non Oliverio?
Lo stesso ambiguo personaggio, ormai opacizzato dalle inchieste della Magistratura che ne minano la caratura etica e il carisma morale ha, invece, evidentemente previa consultazione - e non si può che pensare che ciò sia avvenuto - dell'assessore regionale all'ambiente Antonella Rizzo, della consigliera regionale Flora Sculco e del sindaco di Crotone Ugo Pugliese, optato dissennatamente a danno e a sfavore di Crotone trasformandola in un’immensa discarica a disposizione capricciosa delle esigenze di ben altre quattro province.
Ci si chiede, dunque, cosa ha dato in cambio a questo territorio, con chi ha concertato e a chi ha dato nuove rassicurazioni e opportunità di rendita e di affari?
Su questi fatti, su queste scelte, tanto lesive della pianificazione e della programmazione territoriale di un’area vasta, come il crotonese, si dovrà svolgere la campagna elettorale per il rinnovo della Regione Calabria, chiamando i cittadini quasi con taglio referendario a scegliere un presidente e i consiglieri regionali che oltre ad avere un elevato senso delle istituzioni e della responsabilità sappiano porre il tema della riconversione ecologica, della tutela dell'ambiente e della sfida climatica al centro della svolta regionale.
Poiché questo e non altro è lo snodo qualificante che dovrebbe e potrebbe essere il volano di una Rifondazione economica, politica, istituzionale e culturale della città pitagorica e della Calabria nel suo insieme.