Il Generale Vadalà sulle Rive dello Jonio. Un carabiniere al comando della Bonifica sui siti Eni-Syndial di Crotone

4 ottobre 2019, 08:30 Politica.24
Giuseppe Vadalà

Quello che sarà il punto di vista del Generale Vadalà inviato a Crotone per recuperare il ritardo sulla Bonifica industriale non lo sappiamo ancora. Di certo apprendiamo che quest’uomo che torna nella sua Calabria preparato allo scopo e senza alcun pregiudizio, sarà attento, vigilante, intelligente, sicuro, trovandosi di fronte ad un caso di “vasta” bonifica ambientale, estremamente stratificato.


di Vito Barresi

Il generale Giuseppe Vadalà, commissario straordinario per il Sin di Crotone è arrivato sulle rive dello Jonio in un giorno luminoso di primo autunno che sembra un quadro di Van Gogh, i paesaggi ad olio su tela degli impressionisti in vacanza sulla Costa Azzurra.

Sulla battigia di sabbia rossa di un retroporto inquinato che si estende tra le due foci mitologiche dell’Esaro e del fiume Neto.

Ci sono venute negli anni le Golette per controllare le acque zeppe di colibatteri. Ci ritorna guarda caso con l’inizio della Missione Bonifica dell’alto ufficiale dell’Arma anche “Clean Sea”, il drone sottomarino dell’Eni che scandaglia in tempo reale il mare di Crotone (QUI) che non è un fiordaliso come poetava Camillo Sbarbaro.

Il Generale Vadalà, nominato dal Ministro dell’Ambiente Costa, non è stato scelto a caso ma per via di un curriculum vitae di indiscutibile caratura, con titoli da primato a cominciare dal giovanile 110 e lode in Scienze Forestali conseguito all’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, e più di recente - dichiara l’uomo di governo - “per il grande lavoro fatto sulle discariche, dove contiamo che entro il 2022 potremo far chiudere le infrazioni europee.

Classe 1963, proveniente dal Corpo forestale dello Stato, Generale di Brigata Carabinieri Forestale dal 1° gennaio 2017 tra gli incarichi di servizio e le attività di maggior rilievo nel suo fascicolo si annovera la carica di Comandante Carabinieri Forestale Regione “Toscana”, Comandante regionale del Corpo forestale dello Stato per la Toscana, Direttore della Divisione 2^, di sicurezza agro ambientale e responsabile del Nucleo Agro Alimentare e Forestale (N.A.F.), Ispettorato generale di Roma.

Tra gli altri suoi impegni adesso è chiamato a rimettere ordine tra le macerie di un secolo di storia industriale calabrese, a rimuovere quello che la blasonata “usine électrolytique de zinc de Crotone (en Calabre), dont la capacité était de 180 000 tonnes de zinc par an en 1970 (à partir de 24 000 tonnes, en 1969), construisit en 1971 une usine de traitement pyrométallurgique des résidus d’électrolyse, permettant des productions notables d’argent et de germanium” ha lasciato a terra tra suolo, sottosuolo e soprassuolo, per non dire più del resto lanciato quotidianamente nell’atmosfera, parto di nuvole pesanti, e infine con spaventoso tonnellaggio rilasciato nel fondo del mare e del porto in totale e melmosa polluzione velenosa.

A partire dalla presa in carico da parte del Commissario della Bonifica dei siti industriali dismessi di Crotone, tutta la filiere amministrativa e istituzionale coinvolta, da Regione Calabria a Comune di Crotone, da Syndial ad altri soggetti imprenditoriali, comunque l’insieme di ogni altro soggetto pubblico presente sul territorio dovranno rapportarsi e coordinarsi con l’autorità governativa preposta, che ha come suo principale obiettivo quello di recuperare porzioni di territorio non solo per decontaminarle, ma anche restituirle ai cittadini più sicure e funzionali, salvaguardando nel contempo i prioritari e imprescindibili livelli di legalità delle gare e regolarità degli iter amministrativi di tutela tramite i protocolli siglati con il ministero dell’Interno e con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Tali sinergie sono più che mai necessarie per ottenere risultati efficaci, recuperare fin troppo tempo perduto, disinquinare uno dei luoghi più belli e turisticamente appetibili del Mediterraneo, nello stesso areale in cui alcuni investitori israeliani volevano costruire un mega villaggio denominato Europaradiso.

E per farlo il Generale Vadalà sa di trovare un clima nuovo in una città che attende dal 1990 un proprio rinascimento post industriale.

Proposito che si può realizzare a partire da questa dead line ambientale, sviluppando un’azione armonica sotto la regia della task force guidata dal generale Vadalà, i cui esiti prevedibili si misureranno in un notevole recupero di appetibilità dell’area nel suo complesso e straordinari vantaggi per l’ambiente e la salute dei cittadini, facendo finalmente incamminare il crotonese e la Calabria lungo la direzione di una strada sicura e virtuosa.

Tale che forse dovrà agire come fosse un archeologo, che deve spiegarsi non solo il “fenomeno” del ritardo storico del disinquinamento ma anche quello deindustrializzazione e ancor di più la fase oscura, torbida della reindustrializzazione e del contratto d'area.

Perché solo spiegandosi da carabiniere, con aperta sensibilità e conseguenziale coraggio, comprenderà il quadro ampio di un piccolo ma grande problema molto, ma molto più complesso ...