“Uccidere è sempre uccidersi” scriveva Simone Weil e se quella che raccontiamo fosse una storia contenuta in un libro giallo, si potrebbe parlare tranquillamente di un “classico” del genere, con l’assassino che torna sempre sul luogo del delitto.
di Sr* l'impertinente
Immaginando una trama la “scena del crimine”, in questo caso, sarebbe il Comune di Crotone, dove si è consumata la “morte” dell’Amministrazione Pugliese, e con la “vittima” - lo stesso sindaco - che ne indica addirittura il mandante quanto l’esecutore: nell’ordine Sculco e “La Prossima Crotone” (QUI).
La coalizione che ha guidato l’ente (“governato” sarebbe un po’ troppo?) ha annunciato il ritorno nella sala consiliare per presentare un rapporto alla città chiamando a raccolta tutti i dirigenti e assessori, nessuno escluso compreso il presidente del Consiglio comunale.
“Non aveva intenzione
di uccidere il prossimo,
ma la pallottola
la pensava diversamente”.
(Aleksandar Baljak)
Facciamo un passo indietro. Era stato Ugo Pugliese a spiegare le sue ragioni facendo ricorso anche a delle discusse citazioni religiose, dipingendosi, letteralmente come un povero Cristo in croce ed accusando i suoi “apostoli” di averlo tradito (QUI).
In realtà qualcuno gli ha fatto notare però che se proprio una citazione religiosa doveva essere che almeno fosse più appropriata, magari riferendosi ad un’altra di figura celebre della stessa storia, cioè Ponzio Pilato.
Sino a prova contraria, infatti era lui la parte attiva della coalizione che poi ha letteralmente demolito: un “front man” che non se ne può lavare così semplicemente le mani, viste le cose che gli saranno passate sotto gli occhi e sotto il naso.
“Se tutti coloro che abbiamo
ucciso col pensiero
scomparissero davvero, la
terra non avrebbe
più abitanti”. (EM Cioran)
Lo stesso sindaco uscente ha lanciato poi dardi avvelenati tanto a destra quanto a manca, a partire da alcuni componenti delle sue squadre di governo, ma anche a dirigenti e collaboratori.
Ha sottolineato, infatti, che se alcune sue scelte si siano rivelate efficaci (non ha specificato quali e quindi si presume resteranno un mistero, perché nessuno se n’è accorto) altrettanto non può dirsi per le scelte della parte politica della maggioranza.
In questo ragionamento ha ricompreso anche le società partecipate che (e per essere buoni dato che siamo in periodo natalizio) non hanno brillato per efficienza, invitando i dirigenti che non hanno raggiunto i risultati a trarne le dovute conseguenze.
“Quanti delitti commessi
semplicemente perché
i loro autori non potevano
sopportare di aver torto”.
(Albert Camus)
Sentendo parlare di partecipate e di risultati mancati, di scelte effettuate dalla politica, l’identikit tracciato da Pugliese porta dritto dritto a due personaggi che sono sotto gli occhi di tutti.
Saranno fischiate le orecchie, in primis, a Rocco Gaetani, da anni a capo di Akrea, lautamente ricompensato e con una raccolta differenziata rimasta al palo; tanto che, adesso, da porta a porta si farà su strada, se partirà.
L’altro profilo non può che corrispondere a quello di Gianfranco Turino che senza alcuna esperienza manageriale è stato invece messo al vertice di Crotone Sviluppo, società nata per trovare fondi per il Comune ma che, in realtà, si è caratterizzata soprattutto per spenderli, e nemmeno così pochi!
“Spesso, il delitto più banale
è il più incomprensibile
proprio perché non presenta
aspetti insoliti o particolari,
da cui si possano trarre
delle deduzioni”.
(Arthur Conan Doyle)
Non ha trascurato, Pugliese, anche le implicazioni social di questa “crisi”, citando il messaggio WhatsApp con cui è stato invitato alla convention elettorale di Flora Sculco: quasi fosse l’ultima ruota del carro.
Ha rimarcato, poi, il sindaco uscente che durante la stessa convention alle ovazioni per il dirigente Giuseppe Germinara e per l’ex assessore Giuseppe Frisenda (anche loro indagati nella stessa inchiesta) (QUI), sia seguita “un’aria da funerale” quando invece è stato fatto il suo di nome.
Ha infine ed anche puntualizzato come tutto ciò sarebbe avvenuto proprio il giorno del suo interrogatorio (QUI) relativo all’indagine sulla piscina (che poi portò alla revoca del divieto di dimora): un fatto, insomma, che avrebbe rafforzato la sua decisione di dimettersi, a suo dire presa già da tempo.
“La storia non è che un quadro
di delitti e sventure”. (Voltaire)
In pratica (e permetteteci di sottolinearlo) nel corso della sua ultima conferenza stampa (QUI) il buon Pugliese non ha che confermato punto su punto tutto ciò che noi scriviamo da tempo ma, soprattutto, come la priorità di Sculcolandia sarebbero le elezioni Regionali, mentre Sindaco e città verrebbero dopo.
Sarà solo un caso che nella campagna elettorale sia impegnata la pargola di casa Sculco, fervida “scudiera” di un governatore Oliverio sempre più in bilico sulla sella nel centro-sinistra?
“Uno che medita un assassinio,
se può sfogarsi in tempo,
alle volte non lo commette più”.
(John Steinbeck)
ornando a Pugliese, quest’ultimo non ha esitato anche a bacchettare tutti per il silenzio calato negli ultimi mesi sull’operato della giunta da parte della coalizione. Ma ne ha avuto pure per la minoranza!
Il sindaco dimissionario ha fatto esplicito riferimento ad un costante sconfinamento in ruoli e funzioni della sua parte politica (leggasi Sculco) che avrebbe così creato una crepa poi divenuta vera e propria rottura.
Singolare ma non troppo che simili parole siano state utilizzate dai magistrati nell’ordinanza con cui sono stati inflitti i divieti di dimora (QUI), così come dalle intercettazioni da cui emergerebbe che nessuna foglia si muova se il leader non voglia.
Ci sarebbe dunque stato un sindaco seduto nella casa comunale di piazza della Resistenza, ed un altro, ed effettivo, fuori dal palazzo, domiciliato a via Firenze come affermerebbero alcune delle persone captate dagli inquirenti.
“Ciò che non mi uccide,
mi rende più forte”.
(Friedrich Nietzsche)
Pugliese ha ribadito poi di essere un uomo libero (e meno male, verrebbe da dire) “ed ecco perché” abbia fatto “un passo indietro”: ma converrà anch’egli che non sia oggi così facile credergli, visto come sono andate le cose.
Ha detto di non essersi dimesso prima per senso di responsabilità e per portare avanti alcune opere in itinere, tra cui la bonifica, e di aver cercato di rimarginare con tutte le sue forze la crepa che si era creata.
Una ricostruzione, quella dell’ex sindaco, che - ribadiamo - conferma tutto ciò di cui abbiamo scritto in questi anni, con buona pace di chi invece se ne era pure alterato e non poco tacciandolo addirittura come “fantasie” frutto di assidui frequentatori d’osterie. Prosit! (QUI)
“Il vero potere non è poter uccidere,
ma avere tutti i diritti di farlo,
e trattenersi!”. (dal film Schindler’s List)
Come detto, il prossimo 17 dicembre “La Prossima Crotone” torna nella sala consiliare e per sciorinare il suo “rapporto alla città” ed evidenziare testualmente “le tante e straordinarie conquiste ottenute”, che presto saranno perfino cantierizzate.
Ne parla come di “un lavoro di squadra” con protagonista l’amministrazione ed anche la rappresentanza politico-istituzionale della Prossima. Peccato che, nella realtà, non c’è stata una coalizione che abbia perso numeri in così poco tempo.
Infine, sottolinea proprio come la stessa coalizione si sia sempre distinta per un dialogo aperto, schietto, sincero e continuo con la città in questi tre anni e mezzo di lavoro: trascurando le scissioni di diversi gruppi passati all’opposizione.
“Morire e far morire
è un’antica usanza
che suole aver la gente…”
(Giorgio Gaber)
Ma Pugliese, dal canto suo, e sempre durante la sua ultima conferenza, ha lanciato un chiaro avviso ai naviganti: non consentirà, pena la risposta nel merito a tutti coloro che se ne azzarderanno, che la prossima campagna elettorale si svolga mettendolo in croce.
In realtà, sulla croce c’è finito da solo e lo ha confessato lui stesso anche durante l’incontro con la stampa, sostenendo di esserci finito da innocente mentre i traditori sarebbero altri, così come ribadendo che di tradire ne avrebbe avuto anch’egli l’occasione ma che non l’abbia fatto.
La croce più importante per il futuro prossimo di questa città, non è però quella del sacro Crocifisso (a queste latitudini, tra l’altro, è più in auge la Madonna) ma quella che si apporrà nella cabina elettorale, probabilmente nella prossima primavera.
E la speranza è che anche quest’ultima esperienza abbia finalmente aperto gli occhi e a tutti, convincendoli ad approcciarsi alle urne con un po’ più di consapevolezza: in caso contrario la conseguenza non potrà che essere il ripetersi di copioni già visti e che, finora, non hanno mai portato ad un lieto fine.
* Simbolo dello Stronzio