Crotone, l’eredità pesante del Bilancio comunale e l’ultimatum della Corte che fa tremare le vene e i polsi

17 dicembre 2019, 09:07 Opinioni&Contributi

Tutto tace in città. Almeno in apparenza. Forse qualcuno (o forse molti) si dà(nno) da fare in gran segreto per allestire ipotesi premature di successione al potere costituito e dissolto.


di Rori De Luca*

A me sembra più sensato riprendere da dove ho lasciato - quasi un anno fa - la mia analisi delle clamorose mancanze prodotte dal Sindaco (ieri) in fuga e dalla sua coalizione politica (oggi) dispersa. La diagnosi di allora era parsa impietosa. Eppure il pronostico è stato azzeccato e la realtà ha superato decisamente la mia stessa immaginazione.

C’è un tema che fin da quei giorni lontani mi faceva pensare, un argomento che ritenevo prioritario, essenziale e decisivo. Una cosa di cui nessuno parlava chiaramente allora e nessuno parla oggi. Era la questione dei conti e del bilancio comunale. Il controverso affaire della Corte di Conti.

Un argomento nel quale mi sono interessato prima delle mie dimissioni, in modo quasi “abusivo”. Suscitando forse risentimento.

Allora credevo si trattasse di semplice e puerile suscettibilità. Non ho dato peso a quelle resistenze.

Ho pensato che il Sindaco e i suoi avrebbero proseguito il cammino che avevano intrapreso rivolgendosi al Professor Jorio ed alla Fondazione TrasPArenza. Confidavo che avrebbero avuto coraggio sufficiente ad arrivare fino in fondo.

Avevo torto. Dall’approvazione in Consiglio Comunale del “Piano di riequilibrio finanziario” in poi tutto è rimasto com’era. Anzi peggio. Non so cosa abbia davvero prodotto questo irresponsabile dietro-front. Lo considero un errore gravissimo.

Tanto che i Giudici Contabili, a settembre di quest’anno, hanno recapitato alla città ed ai suoi improvvidi (s)governanti altre e pesanti censure e concesso - come dovuto - un secondo ultimatum.

L’oggetto dei rilevi era da far “tremare le vene e i polsi” a chiunque fosse dotato di buon senso e responsabilità, ma non al Sindaco ed al suo Vice, delegato ad occuparsi del Bilancio.

Tra le tante eccezioni sollevate c’erano (e ci sono) i costi di smaltimento dei rifiuti ed il numero reale del debito nei confronti della Regione, ma anche la questione del servizio idrico affidato ad un Consorzio nato con un debito genetico che secondo la Sezione Regionale di controllo della Corte dei Conti sarebbe lievitato in un solo anno di quasi sette milioni di euro.

C’era (e c’è) la possibilità concreta di un subire una durissima condanna e di dover pagare un conto multi-milionario. Eppure la scelta del Comune è stata quella di abbandonare la linea della compliance che era stata inaugurata con la Fondazione TrasParenza. Per fare l’esatto contrario. Resistere e replicare.

Ricordo bene un titolo di stampa della fine di ottobre che diceva testualmente così: “Comune: Bilanci a posto”. Era il 26 ottobre 2019 e l’Assessore al Bilancio si dicevafiducioso”. Beato lui.

Oggi la città attende da sola il verdetto dei magistrati contabili. Una decisione che sarà determinante; un punto fermo per qualsiasi proposta da far succedere al commissariamento di Crotone.

Ogni evento che può sembrare avverso, in realtà, costituisce un’occasione. Ma occorre essere onesti e riconoscere il limite per poterlo superare. Nessuna soluzione è possibile se non ammettiamo di avere un problema.

Sembra che questo problema sia stato negato e nascosto a sufficienza. Ma ciò che deve avvenire, avviene sempre e dunque non resta che attendere. Questa attesa è la nostra eredità. Un’eredità pesante.

* Sentire Crotone