Centrosinistra o centrodestra? Csx o Cdx? Nel nuovo, orribile lessico che pare un incrocio tra scienza medica e tecnosintassi 3.0. Pippo Callipo contro Jole Santelli. Sarà questo il confronto elettorale della più breve campagna elettorale che si ricordi in Calabria. O no?
di Rori De Luca*
Mancano ore alla partenza e ci troviamo di fronte all’ennesimo colpo di scena; di una commedia che ne ha avuti tanti da fare venire un infarto ai professionisti più attempati della politica nostrana.
Iniziamo con il Cdx, dunque. Adesso tocca al Matteo nazional-popolare dirci che “chi l’ha detto che la Calabria deva andare a Forza Italia…?”. Se la dura legge dei numeri conta qualcosa e le vecchie logiche sono definitivamente morte, allora è alla Lega che spetta decidere chi governerà Calabria e Calabresi.
Evviva Salvini, dunque. Evviva il suo Commissario, che doveva cambiare tutto e tutti e invece non ha cambiato niente e nessuno.
Ma ha saputo raccontarla davvero bene la Calabria al suo leader; descrivendola come una terra di pecore da pascolare, a volte con le parole e a volte con qualche colpo di bastone ben assestato.
“Tanto questi non si ribellano mai”, avrà pensato il luogotenente. Scelto in quel di Bergamo, forse perché proprio lì hanno una razza canina autoctona da dedicare alla pastorizia. E Salvini, dunque, pare intenzionato a prendersi anche questo trofeo. Un bel Presidente per la Calabria, magari lombardo o giù di lì, così da insegnarci oltre a come salvarci anche le buone maniere.
E i Calabresi? Che fanno? Dove sono? I più rimangono a casa a festeggiare e osservano con indifferenza. Nei discorsi post abbuffata Natalizia si limitano a dare ragione al barbuto uomo forte che sembra li rappresenti, senza avere in comune con loro neppure una sola cosa.
Qualunquismo, pigrizia, rassegnazione? Non credo. Forse mancano le alternative, gli uomini coraggiosi, gli esempi. E i politici quindi? Se intendiamo le persone che di politica hanno vissuto, vivono e sperano di continuare a vivere (ma anche quelli che iniziano ora questa attraente “carriera”), temo che siano tutti intenti a ingraziarsi la benevolenza del più celebre nordista convertito al patrio spirito dell’unità nazionale (con qualche recinto ben piazzato).
Sono scandalizzato dalla assurda inclinazione dei nostri candidati (ancora “in pectore”) a trasformarsi in qualsiasi cosa pur di non apparire meridionali, men che meno Calabresi.
Come faccio a dirlo? Semplice. Non sarebbe accaduto tutto questo se qualcuno dei “prescelti” avesse mostrato a Matteo Salvini la vera via per conquistare la Calabria e i Calabresi. Quella del rispetto, del riconoscimento e del valore. Non attenderebbero tutti di sapere ancora oggi il nome del Campione dell’alternanza.
E a sinistra? La vera sorpresa (soprattutto per me) è proprio lì. Dopo mesi di autolesionismo, concorrenza più o meno sleale e partite giocate “a perdere”, c’è un Presidente. È solo un candidato, è vero, ma ha tutti i tratti del Presidente. Da qualsiasi parte lo si valuti, salvo qualche pregiudizio.
Quella “nomenclatura”
di vecchio stampo
che tanto imbarazzo
può creare a chi volesse
concorrere ad un disegno
chiamato “cambiamento”
Ma i pregiudizi possono diventare semplicemente giudizi ed essere smentiti. Pippo Callipo è un uomo realizzato, un imprenditore compiuto, una persona per bene. Fin qui, nessuna novità. Ovvero una clamorosa novità nel panorama politico Calabrese, se quello che leggiamo nelle cronache giudiziarie è vero anche solo in parte.
Abbiamo come candidato una persona libera, quindi, senza fabbisogni primari da soddisfare, bocche da sfamare o pruriti di dubbia origine.
Pippo Callipo, però, deve navigare in un mare per nulla tranquillo. Gestire un avvicendamento tribolato con il Governatore uscente che porta con sé l’ingombrante eredità di una gestione disastrosa (l’espressione forte è mia e tale rimane) ed agita(va) lo spauracchio di una apparato bellico in piena regola, capace di spostare grandi messi di consensi, indispensabili a qualsiasi progetto elettorale.
Un apparato nelle cui fila si trova(va) gran parte della “nomenclatura” di vecchio stampo (QUI) che tanto imbarazzo può creare a chi volesse concorrere ad un disegno chiamato “cambiamento”. Ebbene, Callipo ha risolto la questione nel modo più semplice, e quindi più difficile per qualsiasi politico di professione.
Recidendo alla radice qualsiasi potenziale compromesso. Ha atteso inamovibile che Oliverio facesse il suo (non molto decoroso a mio parere) dietro-front ed ha smorzato gli entusiasmi dei concorrenti al riciclaggio nella sua lista tutta da vedere. Affermando senza esitazione che le liste le deciderà lui, valutando i candidati uno ad uno (QUI). Chapeau!
Ed eccoci a noi. Alla nostra città ed alle prospettive di questa Crotone, orfana e ultima. Ancora smarrita per l’imprevista (ma prevedibile) debacle del movimento politico dominante da lustri e fotografata dall’inglorioso abbandono del Sindaco.
La nostra città ha pagato molto caro il suo isolamento e la mancanza di rappresentanza in sede Regionale. Ha sofferto le conseguenze del patto senza ritorno con il Presidente uscente che ci ha formalmente e graziosamente “concesso” ciò che ci spettava da sempre.
La nostra inconsistenza programmatica, la nostra debolezza culturale, la subalternità senza condizioni a schemi preistorici e privati di alleanza hanno fatto il resto.
Non serve che io descriva ai Crotonesi quale livello di desolazione abbiamo raggiunto in città. In termini economici, produttivi ed imprenditoriali, sociali, occupazionali, ma anche sanitari, ambientali e culturali. Crotone è morta. Crotone deve rinascere.
Nessuno tra chi oggi si propone per concorrere alle elezioni amministrative regionali e proviene da Crotone può partire da meno di questo. Si chiamano elezioni amministrative, infatti. Perché sono destinate a selezionare la squadra di donne e uomini che dovrà governare la Regione.
La differenza si farà
sulla grande rivoluzione
economica possibile:
dovremo generare noi stessi
l’occasione di far
produrre il potenziale
La storia, la capacità, l’esperienza, la vocazione, la proposta, l’ispirazione e il coraggio. Queste sono le caratteristiche che servono a chi pensa di assumere questa responsabilità. Questo cerca il Presidente Callipo. Su queste dovremmo fondare la scelta e decidere a chi dare il nostro sostegno, la nostra fiducia e il nostro voto.
Guardiamoci bene intorno allora. Perché lo spettacolo di oggi è altro. Si vedono donne ed uomini agitarsi per ottenere una investitura. Ci sono alacri e frenetici personaggi alla ricerca della candidatura ad ogni costo, quasi che fosse essa stessa il risultato, anziché il presupposto (impegnativo) di uno splendido combattimento.
Sarà Callipo a decidere, se e chi ammettere alla sfida. Io ci sono già ed ho visto abbastanza. Ho studiato a sufficienza quantità, natura e qualità dei problemi da affrontare. Non studierò mai abbastanza invece per immaginarne le soluzioni, ma farò di tutto perché a governare la Calabria si propongano solo donne ed uomini che sappiano cosa intendono dare e neppure per un attimo mostrino di voler prendere.
Per questo ho deciso di stare al fianco di Pippo Callipo. Che mi ha chiamato direttamente, che mi ha parlato a lungo e personalmente, che ha ascoltato con interesse la mia visone della nuova Calabria ed ha riconosciuto il diritto della mia città e dei Crotonesi ad avere finalmente il posto che ci spetta.
Ha condiviso l’idea che la differenza si farà sulla grande rivoluzione economica possibile. Che dovremo generare noi stessi l’occasione di far produrre il potenziale, trovando soluzioni al disastro dei conti pubblici (tanto regionali, quanto comunali per Crotone).
Qualificando e finalizzando lo sfruttamento delle risorse naturali con un patto lungimirante e proficuo con ENI. Progettando e realizzando un polo di sviluppo tecnologico, imprenditoriale e accademico dove oggi ci sono solo rovine. Materializzando idee capaci di condurre a noi l’enorme quantità di risorse finanziarie disponibili nei programmi pluriennali europei per le conversioni industriali ed il “Green new deal” comunitario ormai in partenza.
Sfruttando gli strumenti di attrazione internazionale di cui disponiamo senza finora averne compreso natura e potenziale (Zone Economiche Speciali in testa). Modificando la primitiva struttura delle reti infrastrutturali che ci impedisce il contatto con il mondo. Proteggendo il nostro ambiente e trasformandolo nella leva per lo sviluppo del patrimonio naturale.
Solo la conoscenza è il moltiplicatore applicabile al potenziale inespresso. È questa una legge economica, ed una regola etica che Pippo Callipo conosce bene per averla sperimentata nella sua vita. Molto prima di essere il candidato alla Presidenza della Calabria.
Finalmente si inizia, quindi. “Come in alto, così in basso” diceva Ermete Trismegisto, e così è anche in politica. Chi governerà la Regione dovrà riconoscere la nostra città e Crotone dovrà essere rappresentata accanto a lui. Come sempre, si tratta di scegliere.
* Sentire Crotone