A meno che le cose che si scrivono, non solo su questo giornale ma anche negli atti d’inchieste giudiziarie, perdano misteriosamente di significato nella sagra di paese allestita per le elezioni regionali, la questione delle imprese comunali partecipate (che indicammo in quanto principali strumenti operativi del “Comune Parallelo” (QUI), definizione poi ripresa dagli stessi inquirenti nella loro indagine sulla Piscina), cioè un sistema allestito ad hoc per favorire e consolidare il dominio politico di Enzo Sculco e sua figlia Flora, rappresenta il banco di prova o la cartina di tornasole per qualificare e giudicare come utile o inutile l’opera e l’azione dell’attuale Commissario Prefettizio, dr.ssa Tiziana Costantino.
di Vito Barresi e Giuseppe Cosentino
A cominciare da Crotone Sviluppo la signora Commissaria è chiamata a verificare innanzitutto la coerenza con il dettato del Decreto Madia e a seguire se l’operato e la mission della stessa società in house abbiano prodotto, a fronte dei consistenti investimenti comunali e dei cospicui appannaggi mensili percepiti dall’amministratore unico ing. Gianfranco Turino e dalla direttrice generale dr.ssa Manna, un qualche profitto in termini di individuazione di fonti e progettazione comunitaria connessa a vantaggio del marketing territoriale e della città.
Per quanto riguarda l’Akrea e il delicatissimo problema dei rifiuti solidi urbani, tra l’altro in regime di operatività dell’Ato, stante la perdurante mancata attivazione della raccolta differenziata, toccherebbe sempre al commissario prefettizio valutare quali tra gli obiettivi del piano industriale della stessa partecipata sia stato raggiunto, considerato che è plateale tra gli utenti del servizio e l’opinione pubblica cittadina la natura pleonastica dell’interrogativo.
Per Congesi, una società che nel frattempo di questi ultimi quattro anni si è infoltita fino all’inverosimile di personale di varia tipologia e provenienza territoriale, senza che peraltro vi siano state le opportune controllerie da parte del Consiglio Comunale, in questo caso, come tutto il servizio idrico regionale, è completamente fuori controllo, generando una montagna di debiti, ossia la parte di deficit più pesante per il bilancio comunale, intersecando esponenzialmente le proprie negatività con quelle della Sorical regionale.
Appare evidente che la vischiosità elettorale di simili carrozzoni è collocata al centro e non ai margini della battaglia in corso per l’elezione dei nuovi consiglieri regionali.
Perché è nelle società partecipate come Crotone Sviluppo, Akrea e Congesi, che si ritrova non solo il grumo di tante anomalie amministrative e finanziarie ma anche l’incombente pericolo che tali contenitori possono tramutarsi e svelarsi come il grembo fertile di un facile e fin troppo scontato voto di scambio.
Per cui appare pertinente interrogare e chiedere come può la Commissaria Prefettizia Costantino, alla luce delle regole di trasparenza e legalità, disinfestare simili strutture portandole nell’alveo del controllo e dell’efficienza.
Qualche utile consiglio possiamo fornirlo alla dirigente scelta dal Ministero degli Interni per sostituire il sindaco.
Prima di tutto intervenendo sui sistemi di pagamento forfettari e non verificati nelle loro motivazioni, magari effettuando una immediata ricognizione sullo stato dei mezzi operativi in servizio, prendendo a test isolato e immaginario un solo camion della nettezza urbana che va in avaria meccanica, richiedendone riparazione e revisione a una determinata azienda, senza che per l’urgenza ne siano stati opportunamente e comparativamente vagliati i relativi prezzi sul mercato.
Successivamente effettuare una ricognizione su tutto il personale che tra effettivi e contrattualizzati segnala un'età media inconcepibile con il tipo di servizio che deve essere svolto in tempi e turni spesso gravosi e massacranti per la manodopera impiegata.
Poi constatare l’assurdità della permanenza di un contratto “industriale”, e non invece terziario e di servizi, che determina salari ma soprattutto stipendi quasi raddoppiati rispetto a quelli dei dipendenti comunali.
Come pure sarebbe d’uopo una opportuna certificazione delle indennità percepite in Congesi, stante il fatto che in mancanza dei rispettivi direttori generali gli emolumenti spettanti ai Presidenti, forse si sommano a quelli di gestione, anche quando la legge vieta risolutamente l'accorpamento di indennità diverse.
In sintesi, occorrerebbe gettare immediatamente lo sguardo su uno stato di cose allarmante che certo non è frutto del destino cinico e baro ma di un esercizio quantomeno sbrigativo delle opportunità offerte dalla normativa, come pure di un ingordo e miope modello di amministrazione e gestione, basato sull’esternalizzazione di un bilancio pubblico comunale, che si intenderebbe perpetuare a livello locale e regionale nonostante abbia prodotto precarietà, e infine il commissariamento dello stesso Comune.