I calabresi e l’attesa dell’uomo forte che prenderà a randellate la ‘ndrangheta: buona fortuna ...terùn!

12 gennaio 2020, 08:23 Opinioni&Contributi
Matteo Salvini

I calabresi aspettano un “conquistador”. C’è un filo conduttore nella storia recente della Calabria, dei calabresi, degli enormi problemi di questa terra e delle soluzioni che il suo popolo si attende dall’esterno.


di Rori De Luca

I calabresi aspettano “l’uomo forte” (il termine non ha una declinazione di genere femminile ma il concetto vale spesso anche in senso femminile). L’idea diffusa e accettata è che i nostri problemi debbano essere risolti da qualcun altro, più onesto, più bravo, più bello.

È stato chiarissimo venerdì sera a Crotone guardando la platea gremita che applaudiva ad ogni mutamento di tono del matador leghista, Salvini (QUI). Il leader della lega ha declamato, infatti, una sequela di banalità. Ha recitato un copione che qualcun altro ha scritto per lui.

Una storia che credo sia la stessa per ognuna delle tappe del suo spettacolo itinerante. Eppure, la folla reagiva in trance, senza curarsi minimamente del fatto che le stesse cose sono state dette per anni da ogni leader e da qualsiasi candidato di ciascuna parte politica. Il nulla.

Questa volta - però - pronunciato con inflessione nordica. Mi ha ricordato la sindrome del forestiero della mia adolescenza, quando il raro esemplare di bagnino o bagnante straniero conquistava stuoli di giovanette nostrane sotto il naso degli attoniti campioni indigeni.

Era la sua “mise” differente a farne un eroe temporaneo, bastava un accento aspirato o comunque inconsueto a farne un richiamo irresistibile. Poco importava se poi i suoi racconti erano frottole e l’onda più alta che avesse mai visto era un’increspatura di dieci centimetri sul lago di Garda. Chissenefrega se non sa nuotare e domani sarà già tornato a Torbole, vuoi mettere l’ebbrezza di un attimo?

Venerdì Salvini ci ha detto ciò che sappiamo da tempo immemore, e ce lo ha detto pure male. E ci ha presentato una squadra, di individui senza nome e neppure ruolo, una dozzina di controfigure in tenuta podistica (mancava solo il numero) intenti a fare selfies e batter il cinque a beneficio del pubblico.

Neppure un indizio, una mezza idea, un quarto di proposta. La promessa (l’ennesima) di una svolta fatta da chi ha saputo far funzionare gli ospedali in Veneto…

Chiedo scusa, una novità c’è stata. Che la “Ndrangheta è merda” e la combatterà (remo?) a colpi di “randellate nelle gengive”. Qui la platea non mi è parsa così motivata. Credo che la claque sia stata presa alla sprovvista e si sia chiesta chi manderà Matteo a menar fendenti di randello alle cosche locali. Forse ha un esercito di marcantoni della bassa pronto e addestrato alla bisogna. Ma certo che ce l’ha. Altrimenti che cavolo lo avrebbe detto a fare?

Di certo non alludeva ai campioni che erano sul palco (a debita distanza e in rispettoso silenzio) con lui. Ma sì. Anche qui, chissenefrega del dopo. Ci penseremo poi.

Salvini ha promesso “competenza”. Quindi competenza troveremo tra i nomi che affollano le sue liste. E competenza garantiranno al governo della Calabria. Ahinoi! Nemmeno l’ombra di un programma, guai a parlare di una soluzione possibile. Per adesso si vince, poi (forse) si governa.

E i Calabresi? E i Crotonesi? Quella sera erano con lui a gridare che la politica ci ha rovinati, che è colpa di qualcun altro se adesso dobbiamo rivolgerci a un prode Lombardo perché venga a sistemare le cose a casa nostra. Che forse è meglio un editore con i colori della lega che la solita Sculco con i colori del momento.

Di sicuro se la giocano ad armi pari visto che né l’uno nell’altra (tutta da vedere la conferenza stampa di presentazione sul suo sito) hanno investito una sola parola per dirci che cosa intendono fare una volta divenuti (o confermata, la seconda) Consiglieri Regionali. Per Crotone la “par condicio” è garantita. Niente di niente da una parte e dall’altra.

Tanto vale provare con Gaetano, che ha pure un suggestivo “nickname” da rivoluzionario. E poi è “amico” (o così sembrava venerdì...) di Matteo. Tanto a dettare la linea è lui, Matteo. Che pare saper bene cosa vuole. Manderà schiere di super agricoltori padani e veneti a seminare e coltivare le nostre terre ricche.

Si prenderà (appena se ne accorgerà) il nostro gas facendo accordi per condividere i nuovi pozzi con chi sa come si fa, al Nord of course. Perché il gioco è questo, cari “CalabresidellaLega”. Il Nord ha esaurito idee e risorse e Matteo si è accorto che c’è Pandora (il pianeta di Avatar, mica la femmina del dolce veronese...) sotto la cintura della “sua” Italia.

E anche che quella terra è ricchissima e popolata da indigeni talmente ingenui da morire di fame nonostante quel ben di Dio. È venuto a prendersi la Calabria per questo e lo fa regalando perline e specchietti a qualche sedicente capo tribù locale. Poi manderà Prefetti e funzionari a dirigere il traffico e gestire i bilanci.

Infine, consegnerà a ogni calabrese rimasto un bel randello, per mirare alla ‘ndrangheta. E con una bella pacca sulla spalla ci augurerà buona fortuna...terùn...”.