Intervistato dalla Gruber, il vicesegretario leghista Giorgetti ammette candidamente il disinteresse che si ha nei confronti del voto in Calabria. Una condizione di disparità ben evidente, che mette in luce il reale interesse alla “rinascita” del meridione.
di Francesco Placco
La domenica elettorale è vicina. L’attesa è tanta, il mondo politico aspetta di sapere cosa succederà a partire dal 27 gennaio, ed i candidati continuano a rilanciare i loro programmi e le loro proposte, nel tentativo disperato di acchiappare qualche indeciso. Una campagna elettorale, così come si è detto, concentrata esclusivamente nelle ultime settimane (LEGGI), scarna di programmi rivoluzionari e ricca di idee e progetti che riflettono più che altro le posizioni dei vari partiti nazionali.
Partiti nazionali che stanno giocando su una scacchiera sporca e scivolosa, fatta di attacchi ed alterchi, dove ogni dibattito è soffocato dalla rivalità destra-sinistra, che pare essere divenuta - nuovamente - il principale tema di discussione. Tant’è che il dibattito pubblico, fomentato tanto sui social quanto nei talk-show, è polarizzato unicamente su chi vincerà e non su cosa pensa di fare.
Uno spostamento di attenzione al quale corrisponde uno spostamento di peso che finisce per rendere inevitabilmente più interessante il voto in Emilia Romagna rispetto a quello in Calabria. Una situazione che non è passata inosservata, tanto da essere arrivati a parlare di “elezioni di serie A e di serie B”, dove la possibile vittoria della destra nella storica regione rossa ha polarizzato l’attenzione di tutti.
E della Calabria? Non bastassero le uscite infelici di alcuni candidati (come quello intento a farsi un bagno mentre fuma un sigaro e beve rum (QUI) o quello che avrebbe mandato un suo fratello gemello ad un comizio (QUI)), si è aggiunto alla lista anche il vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, che intervistato dalla Gruber durante la trasmissione Otto e Mezzo (QUI) ha candidamente dichiarato: “Ma poi della Calabria non importa a nessuno”.
Non parliamo di fantasiose ricostruzioni artefatte da cattivi giornalisti di parte, ma di un ipse dixit dal quale traspare un’amara considerazione della propria terra. Chi difende Giorgetti parla di “strumentalizzazione”, ma aldilà delle accuse è innegabile il fatto che il voto in Calabria rappresenti solo un contorno, una cornice, alla battaglia storica portata avanti nell’Emilia. L’importante è vincere li, il resto è relativo, non importa.
La Calabria continua a rappresentare un grande bacino elettorale, dal quale attingere voti e niente più. È talmente palese da essere candidamente ammesso in prima serata davanti a migliaia di telespettatori. Ed è inquietante il fatto che nessuno si faccia carico di queste affermazioni, tranquillamente digerite nella quotidianità della campagna elettorale.