Alcuni esercenti del lungomare di Crotone hanno voluto replicare al “commento” pubblicato ieri sulla nostra testata da Rodolfo Bava, ritenendo probabilmente (ma ci permettiamo di sostenere erroneamente solo leggendolo attentamente e senza farsi fuorviare da commenti social che con il contenuto hanno nulla a che vedere) che lo stesso fosse quasi una critica alla movida cittadina e ai relativi operatori.
Tutt’altro! Lo spunto di Bava - che si riferiva chiaramente e nel caso specifico solo ad alcuni indisciplinati e non certamente all’interezza dei giovani locali - voleva essere invece una riflessione paradossale, anche ironica, su quanto arrivi a mancare, in questi momenti di forzato isolamento domiciliare, addirittura il consueto “caos” di una città che - e anche questo crediamo sia innegabile da buona parte dei cittadini - ha sempre vissuto l’ordinaria quotidianità in una sorta di disordine ormai condiviso.
Era dunque un invito a riflettere su alcune discrasie di quella quotidianità momentaneamente “sospesa”, magari anche sugli errori commessi in passato, e con un seppure lieve messaggio di speranza verso quel momento in cui tutti ci si augura che questa esperienza travolgente diventi solo un brutto ricordo, ma da cui ripartire.
Prendiamo però atto delle opinioni altrui che rispettiamo come abbiamo sempre fatto, e con questo spirito di dialogo e di contradditorio corretto e costruttivo, vi proponiamo a seguire la lettera inviataci.
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Egregio direttore, oggi, leggendo come di consueto il suo giornale on line, siamo rimasti basiti dall’articolo a firma del sig. Bava (LEGGI) su quanto sia bella la nostra città priva di extracomunitari e di giovani che schiamazzano la notte “ubriachi” dai fumi della famigerata Movida.
Da operatori del luogo principe della Movida in città, il lungomare appunto, non possiamo che esprimere il nostro sgomento e disappunto in merito, perché questo articolo è l’ennesima presa di posizione (per carità legittima anche se assolutamente non condivisibile) contro un settore imprescindibile nell’economia dello sviluppo turistico di una città.
Si, perché a meno che il sig. Bava non sia mai andato in vacanza, oppure abbia soltanto visitato luoghi come Lourdes o Medjugorje, non può non sapere che il divertimento e lo svago sano, che ci si adopera a proporre in questa nostra città dimenticata da Dio e dalle istituzione, è una componente essenziale in un contesto nel quale vorremmo incanalarci (ahinoi solo a parole purtroppo) di sviluppo turistico della città.
Lei, sig. Bava quelli che chiama schiamazzi noi li chiamiamo vita, concetto ormai totalmente dimenticato a Crotone a causa di politiche scellerate che hanno fatto scappare via intere generazioni in cerca di questa semplice parola, spesso e volentieri ancor prima del lavoro, perché la nostra città non è in grado di venir incontro a queste esigenze, anzi negli anni è andata sempre di più appiattendosi limitando al massimo un settore che ripetiamo è fondamentale (Ibiza, Gallipoli o l’esotica Soverato solo per citare alcuni esempi).
Senza contare l’apporto economico che la tanto vituperata Movida dà alla città in termini di posti di lavoro e fitti profumatissimi che con immenso sacrifico di famiglie intere ci sobbarchiamo ogni mese.
Ai tempi di un’emergenza di portata globale il suo intervento sig. Bava ci sembra quantomeno disdicevole e fuori luogo, il nostro timore più grande, alla ripartenza e che questo “turismo del 2 novembre” che sembra lei voglia favorire, non diventi la regola, perché tra di noi ci sono tanti giovani che hanno messo in discussione le loro vite restando a Crotone e investendo nel turismo (sì, perché la movida è turismo) e le possiamo assicurare che faremo tutto ciò che è in nostro potere per assicurare alla nostra comunità quel senso di vita, di gioia e di spensieratezza sano e nel rispetto delle regole e del vivere civile che lei tanto è felice di non vedere più, quasi preferisse questa pandemia per dormire finalmente sonni tranquilli, anche perché oltre al dramma sanitario esisterà un altro dramma, che sarà quello imprenditoriale.
Gli esercenti del lungomare di Crotone.
MAI INSINUATO CHE LA MOVIDA SI FERMASSE
Mi spiace e non poco che i commercianti del lungomare si siano risentiti nel leggere il mio articolo. Nelle mie considerazioni, strettamente personali, mai mi sono augurato che la movida finisse, prova ne è che abbia concluso il mio commento ribadendo come: “Domani, certo, sarà un nuovo giorno. Ma non diverso da quello di ieri”. Quel “forse” finale era riferito ad altre mie considerazioni ma soprattutto alla speranza di un dopo migliore.
Quindi nessun addebito voluto e nemmeno sottointeso ai commercianti, che fanno operosamente bene il loro mestiere in un territorio difficile, non a caso ho precisato nel testo come eventuali risultati negativi siano eventualmente da ascrivere “a noi genitori, i quali abbiamo impartito una simile diseducazione”.
Rodolfo Bava