Per la prima volta nella sua storia la più importante partecipata comunale si trova ad essere amministrata da un soggetto che non è stato scelto dalla politica. Oltre alle problematiche cittadine, venute a galla proprio in questi giorni, c’è da affrontare anche un problema di immagine e percezione che l’Akrea ha accumulato negli anni.
di Francesco Placco
Dopo la nomina avvenuta lo scorso 27 aprile (LEGGI), Gianluca Giglio si è ufficialmente insediato (LEGGI) come nuovo presidente di Akrea. Inizia così una fase nuova per la partecipata, guidata per la prima volta non da un soggetto nominato dalla politica locale ma da un concittadino scelto in base alle sua competenze ed esperienze lavorative.
Giglio ha incassato il sostegno di tutta la popolazione, che vede nel suo volto nuovo una speranza di cambiamento reale e concreto per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e l’avvio della tanto agognata raccolta differenziata.
Tuttavia, per una beffarda coincidenza, l’insediamento è coinciso con una nuova emergenza rifiuti che vede la città sommersa da cumuli d’immondizia (LEGGI) per la mancata raccolta, che prosegue ormai da settimane, dovuta all’indisponibilità di siti conferimento.
Una situazione ormai comune e frequente, al punto che basta fare una ricerca online per vedere foto di quegli stessi cassonetti verdi sommersi dai rifiuti sin dal lontano 2008.
Certo, è una questione complicata che non riguarda solo l’impianto di Ponticelli (LEGGI), ma anche quello di Sovreco (LEGGI) ed il nuovo piano regionale sui rifiuti (LEGGI), che non sta dando i risultati auspicati, ma che vede l’Akrea come “colpevole” a priori.
Una colpevolezza spesso ingiustificata, ma sulla quale pesano anni di annunci disattesi, di promesse non mantenute, di servizi mal garantiti e di scarsa disponibilità nei confronti delle richieste dei cittadini. Insomma, l’immagine di cui gode l’Akrea non è notoriamente delle migliori, ed è forse proprio questa la vera sfida da affrontare.
Prima ancora di puntare il tutto per tutto sull’avvio di servizi storici, serve un’operazione di rebranding aziendale. Operazione che era già in atto, con il nuovo portale e l’assunzione di un esperto comunicatore, ma che sembra essere ad un punto morto.
Come si può migliorare la percezione di un’azienda, se questa non valorizza il suo lavoro e l’impegno dei suoi operatori? Se questa non spiega puntualmente il motivo di un disservizio, garantendo trasparenza e chiarezza?
Ad ogni modo, il neo-presidente sembra avere le idee chiare:
“Akrea sta affrontando un momento cruciale per il suo futuro; il mio compitò sarà quello di lavorare per un miglioramento complessivo della qualità dei servizi erogati e dell’efficienza interna, al fine di trasformarla in un interlocutore industriale di riferimento per l’attività dell’ATO provinciale e per il Comune di Crotone”.
E noi lo speriamo, eccome, dato che affermazioni del genere si susseguono dai tempi dell’oramai dimenticata Aspsc e della più nota Akros. Un sincero augurio di buon lavoro.