Aumentano giorno dopo giorno i candidati a sindaco in vista del prossimo voto, attualmente ipotizzato per settembre. E mentre la Regione sembra muoversi per tempo per gestire al meglio i fondi strutturali e di coesione, gli aspiranti inquilini di Piazza della Resistenza sembrano non considerare neppure l’argomento.
di Francesco Placco
Nell’illustrare il nuovo programma di governo regionale (LEGGI), Jole Santelli non si è dimenticata di citare i famigerati “fondi europei”.
La neo-presidente, che passata l’emergenza covid si appresta a governare concretamente la regione, sembra avere ben chiaro in mente come sfruttare al meglio le risorse comunitarie.
“Lo dice anche la Commissione europea: la sfida non sarà sulla spesa, ma verremo valutati, finalmente, sul raggiungimento degli obiettivi. Per farlo, dobbiamo immaginare una nuova governance dei fondi europei, che sia fatta da un livello politico, da una commissione tecnica con i direttori generali e con il partenariato istituzionale, sociale ed economico. È un processo ineluttabile, una sfida stimolante, perché significherà dare un'anima alla programmazione europea".
Parole importanti, dato che siamo in dirittura d’arrivo per il nuovo bilancio a lungo termine dell’UE che coprirà il periodo dal 2021 al 2027 (QUI).
Le procedure a livello nazionale sono state già dibattute e fissate (QUI), ed i cinque “percorsi” attuativi sono stati definiti (QUI): si lavorerà per un’Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini. Resterà da scoprire, entro la fine dell’anno, se la dotazione economica verrà in qualche modo rivista, data l’emergenza della pandemia.
In passato la Calabria non ha brillato particolarmente per la sua gestione dei fondi (LEGGI), ma a partire dagli ultimi anni si è registrato un leggero miglioramento (LEGGI) nella programmazione, nella progettazione e nella spesa.
Il trend era ancora in miglioramento ad inizio anno (QUI), quando la Regione ipotizzava di riuscire a spendere nel biennio rimasto anche i premi ottenuti per il raggiungimento degli obiettivi.
Per capire l’importanza di questi fondi, è forse necessario intenderli in cifre: la dotazione finanziaria complessiva per la sola Regione Calabria, nella programmazione 2014-2020, superava i 2,3 miliardi di euro (QUI).
In provincia di Crotone con questi fondi si è riusciti ad avviare ben 210 progetti (QUI), comprensivi di finanziamenti ad opere pubbliche e ad imprese. Un tesoretto di tutto rispetto.
Alla Regione sembrano avere le idee chiare, sull’importanza di questi fondi e sul loro impiego. Nel capoluogo pitagorico, invece, l’argomento sembra essere un tabù.
Sono passati cinque anni dalla triste apparizione dell’ex sindaco Peppino Vallone nella trasmissione televisiva Ballarò, dove veniva fatto un impietoso confronto sulla spesa dei fondi europei tra Crotone e Rzèszow (QUI), in Polonia. Cosa è cambiato da quel servizio del 2015?
La domanda, com’è ovvio, passa a tutti gli aspiranti sindaci di queste ore: sui social i candidati attualmente sono 12, vedremo quanti però concretizzeranno la loro corsa. Attualmente, però, nei vari programmi esposti il tema su come programmare i fondi europei e su come spenderli per la città ed il suo circondario non ha ancora fatto capolino.
Magari è ancora presto. Magari è colpa del coronavirus o delle querelle a suon di comunicati stampa (tanto a livello locale quanto a livello romano) che tanto piacciono ai politicanti locali.
Certo è che la data per il voto sembra concretizzarsi per settembre, ed il tempo per creare dei programmi che vadano oltre la solita retorica stringe.