Toghe Sporche: Petrini e le accuse (ritrattate) che lambiscono il crotonese

3 giugno 2020, 16:10 Imbichi

Le dichiarazioni di Marco Petrini, arrestato nell’operazione Genesi lo scorso 15 gennaio, sono talmente tante da aver reso necessario un nuovo filone d’inchiesta. Molte accuse sono cadute, altre sono state ritrattate e smentite, mentre in alcuni casi resta l’interrogativo delle prove, non ancora sistemate all’interno dell’intricato puzzle fatto di nomi importanti della politica calabrese.


di Francesco Placco

Cosa ci facevano quei biglietti per assistere alle partite del Crotone sulla scrivania di Marco Petrini? È una domanda alla quale gli investigatori non sono riusciti ancora a rispondere, dopo che lo stesso Petrini ha ritrattato e smentito molte delle dichiarazioni fatte spontaneamente.

Sono passati quasi sei mesi da quando l’operazione Genesi (LEGGI) ha messo in luce un presunto sistema di corruzione volto ad ottenere sentenze favorevoli in cambio di denaro.

E da allora è iniziato l’intricato percorso di Marco Petrini, che da giudice e magistrato è passato all’essere un collaboratore di giustizia (LEGGI), seppur con molte ombre e tanti aspetti ancora da chiarire.

Petrini infatti non sembra aver collaborato “onestamente” con i Pm, tanto da essere entrato ed uscito dal carcere in diverse occasioni, l’ultima il 29 maggio scorso quando gli sono stati concessi nuovamente i domiciliari.

Le accuse lanciate hanno riguardato numerosi personaggi di peso, ma i magistrati ritengono che molte delle sue dichiarazioni siano mendaci, false, e rilasciate appositamente per inquinare le prove o per strategie personali.

Tra le varie accuse “cadute”, un paio riguardano personaggi di spicco qui a Crotone. Petrini infatti aveva dichiarato di aver ricevuto 5 mila euro dall'ex procuratore della Repubblica di Crotone, Franco Tricoli, deceduto il 15 luglio dello scorso anno (LEGGI), per “aggiustare” una sentenza riguardo la sua gestione del trust dei fratelli Vrenna.

Una vicenda che ci riporta al 2016, quando la Dda di Catanzaro si interessò nuovamente alla holding (LEGGI). Questa affermazione però è stata ritrattata dallo stesso Petrini, che ha successivamente affermato che “di tale vicenda non mi sono mai interessato, essendo il collegio composto da altri colleghi con i quali non ho avuto alcuna interlocuzione sul punto”.

L’altra accusa lanciata da Petrini invece riguarda Enzo Sculco, leader dei DemoKratici, che secono il suo racconto avrebbe cercato, tramite l’avvocato Francesco Nigro, di ottenere “un interessamento” per la revoca dell’interdizione dai pubblici uffici.

A tal proposito Petrini ha ammesso di essersi fatto corrompere con diversi biglietti per assistere alle partite di calcio Crotone-Milan, sia nel 2017 che nel 2018.

I biglietti di tribuna vip sono stati effettivamente ritrovati dalla Guardia di Finanza di Crotone, intestati a Sculco e con tanto di firma di delega.

Ma le dichiarazioni rese sono considerate, anche in questo caso, inaffidabili: Petrini infatti non avrebbe fatto parte del collegio incaricato di esaminare la vicenda, e soprattutto le date indicate non coinciderebbero con la revoca del provvedimento.

A questo punto, è chiaro che Marco Petrini ha ancora molto da dire, e nelle lunghe pagine dei suoi interrogatori - ricche di omissis e dichiarazioni non pubbliche - si potrebbero nascondere ancora intrecci e relazioni tutte da chiarire.

Così com’è da chiarire che ci facessero, realmente, quei biglietti tra i suoi documenti.