Plebiscito ad alta Voce per il nuovo Sindaco di Crotone. La città sceglie se stessa senza sterzare a destra

5 ottobre 2020, 17:24 Politica.24
Vincenzo Voce

Una messe di voti notevole e un grande successo personale per l’ingegner Voce che indossa orgogliosamente la fascia tricolore di primo cittadino di Crotone. Giusto il tempo dei festeggiamenti serali con i suoi sostenitori, la gioia e la felicità collettiva con tutto il suo staff, il gruppo di amici e cittadini che lo ha supportato in ogni fase di questa lunghissima e speciale campagna elettorale contrassegnata dal Covid e dall’estate e poi il via ai gravosi impegni della gestione ordinaria della municipalità.


Crotone passa da un Enzo ad un altro Enzo, da un Re a un altro in un giro di valzer che si apre in questo autunno difficile, che lascia al vincitore giusto un attimo per riprendere fiato e affrontare immediatamente le tante problematiche di una città in forte crisi economica.

La Crotone che Voce si accinge a 'curare', ogni giorno e a tempo pieno, è una città ferita e sofferente non da oggi ma da tempo, da almeno trenta-quaranta anni, una città disgregata e socialmente radicalizzata tra pochi ricchi e tanti nuovi poveri, una comunità che avrebbe bisogno prima di tutto non di uno ma di più di un buon samaritano.

Certo, il nuovo sindaco ha dalla sua parte un consenso plebiscitario (QUI), rotondo, socialmente diffuso, che lo mette in condizione di piena libertà di manovra, senza condizionamenti, né lacci né lacciuoli di alcun tipo.

Ma per quanto libero una campagna elettorale è sempre fatta di progetti e proposte che gli elettori hanno imbucato nell’urna insieme al loro voto per il primo cittadino.

Ed è certo che Voce, se è riuscito ad assemblare una così ampia e variegata maggioranza negli elettori, saprà certamente creare quel clima di unità e di concordia nell'amministrazione, nella giunta e nel consiglio comunale che, gioco forza, per motivi evidentemente dialettici e propagandistici, sempre manca nel corso della competizione elettorale.

Siamo, comunque, in una nuova fase politica comunale completamente diversa rispetto al passato.

A poco servono i paragoni con trascorse esperienze amministrative, perché questa di Voce è una vittoria ampiamente inedita, che rappresenta al suo stesso interno una novità da scoprire nel prosieguo del mandato, una “cosa” in gran parte sconosciuta agli stessi protagonisti diretti di questo successo, qualcosa che non ha una sua formula già registrata in quanto magma di spinte evolutive e involutive non interamente dipanate, versate di getto nella combinazione della miscela riversata nelle urne.

Per questo l’analisi del “caso Voce” richiederà molta attenzione critica, capacità di lettura politologica dei nuovi bisogni sociali e reali della città e del territorio, l’interpretazione più accurata e cauta dei sentimenti profondi della comunità locale, come pure la comprensione dinamica dei conflitti verticali e orizzontali, sullo sfondo di tensioni e frustrazioni che sono poi tutte sfociate nella sintesi numerica di questo importante risultato.

Se ci è consentito offrire un suggerimento, adesso la bravura di Voce si dovrà far vedere soprattutto nella sua capacità di servizio più alta e difficile: dare a Crotone una vera e nuova classe dirigente, sia in politica che nella burocrazia locale, territoriale e regionale, puntando direttamente su quelle risorse umane di media e buona qualità che purtroppo fin qui hanno scarseggiato in ogni settore della vita pubblica comunale.

Per i crotonesi la vittoria di Voce ha assunto anche un significato per così dire “genuinamentemunicipalista, perché in fondo votare il “concittadino della porta accanto”, il Voce che si è incontrato e si rincontrerà per strada, era anche la scelta meno gravosa e più politicamente coerente e naturale.

Anche per salvare - in una città assediata e imprigionata dalle sue stesse contraddizioni, un capoluogo provinciale derelitto e abbandonato dai grandi partiti della tradizione e del passato - quel che resta di prezioso e inalienabile della sua stessa memoria storica democratica e antifascista.

Sperando che non prevalgano le nostalgie e le solitudini, il nostro augurio responsabile si sostanzia in un sincero “buon lavoro” sindaco! Da parte di tutta la nostra redazione.