Se ci fosse un premio per il miglior testo in burocratese, senza dubbio andrebbe assegnato all’estensore di questa perla: “di riservarsi successivamente - ad avvenuto venir meno delle sopravenute situazioni personali …”
Trattasi di un paragrafo del decreto sindacale n. 42 del 14 ottobre 2020 (QUI) che attribuisce le funzioni di vicesindaco pro-tempore a un assessore, in sostituzione del vicesindaco designato attualmente in isolamento volontario a causa delle procedure previste per il Covid-19.
Davanti a una simile espressione, che innova la lingua amministrativa con elementi danteschi (“amor, ch’a nullo amato amar perdona”) sì da tramutare l’apparente cacofonia in un estasiante calembour, l’attenzione del lettore è istintivamente indirizzata allo spettro neuronale dell’autore.
Intendeva, costui/costei, conferire all’allocuzione un’impronta più solenne e circostanziata? Se tale è stato il proposito, ci troviamo difronte a un’inedita figura retorica che sta tra l’allitterazione, l’anafora, il chiasmo e l’epanalessi.
Lo scappellamento è poi completato con un’originale invenzione grammaticale, laddove quel mancato raddoppio di consonante dell’aggettivo “sopravenute” (ripetuto, non quindi un refuso) rimanda a una stupefacente licenza che trasforma il burocratese in letteratura da dolce stil novo.
Complimenti dunque al “buropoeta” della Casa comunale, capace di toccare le corde dell’anima con un “semplice” atto pubblico: sicuramente Pitagora lo avrebbe condotto con sé in esilio.