Per la Pinacoteca e Sala Bastione Toledo, quella che doveva essere il fiore all’occhiello delle programmazioni culturali del Comune di Crotone, evidentemente, le cose non sono andate e non vanno come avevano previsto tecnici, dirigenti e amministratori locali, con e senza fascia tricolore e stemma magnogreco in fronte.
di Vito Barresi
La porta del Polifunzionale abbandonato, messa sotto un bel palazzo d’epoca, adiacente alla Chiesa dell’Immacolata, e alla casa paterna di una nota sottosegretaria di Stato, che fu vice dell’attuale Ministro Dario Franceschini, resta purtroppo sbarrata.
Inquietante il silenzio dell’attuale assessore comunale al ramo e del “sindaco tsunami”. Tutti sul lungomare e neanche un cartello che spieghi brevemente, magari, a qualche visitatore e turista per caso, dove sono stati, alternativamente collocati, le “interessantissime” collezioni con opere tutt’altro che minori, anzi, alcune di spicco internazionale.
Aspettando il “nuovo look” così lo avevano annunciato nell’era del “vallonismo” con apposita conferenza stampa ancora sul sito del Comune, restyling che risulta ancora non pervenuto, in mancanza di un più preciso inventario, avevamo chiesto con un nostro pezzo in proposito (QUI) ai competenti organi comunali di riferire, non diciamo alla stampa, ma alla più ampia opinione pubblica, se e dove sono andate finire le collezioni un tempo esposte. Ma né dal Comune, né tanto meno dalla Commissione cultura del Consiglio Comunale si sono registrate scosse, repliche, informazioni, approfondimenti e quant’altro utile.
Speriamo nell’intervento anche solo conoscitivo, magari un sopralluogo, una visita, non sia mai un accertamento, da parte del signor Procuratore Generale della Repubblica, che sappiamo uomo colto ed esperto in materia, anche per evitare ai cronisti, alla stampa locale sempre attenta ai blasoni della cultura tipica, di fare sforzo ed esercizio di memoria, per ricostruire, almeno all’ingrosso, collocazione e disposizione dei vari pezzi un tempo presenti nella Pinacoteca Comunale.
Di dettagli ce ne sono tanti, anzi, alcuni anche sapidi, come quando la cronaca cittadina denunciò, siamo nel 2017, addirittura, un “Dietro la Notizia - Lo scandalo del bastione Toledo: due progetti, due parcelle ma la struttura resta chiusa”.
Allora, a parte i finanziamenti, forse sprecati con la magia delle doppie parcelle, dove sono custoditi e protetti i quadri appartenenti alla mostra permanente di artisti locali tra i quali Gaele Covelli, Antonio Sfortuniano, Arnaldo Mori, Luigi Spanò, Gaspare Brescia, Pino Attivissimo, Piero Agostinelli, ecc. ecc.?
Dove si trova la sezione d’arte moderna dei futuristi calabresi Boccioni, Marasco e Benedetto, allestita grazie alla donazione Luigi Tallarico?
Il patrimonio in oggetto risulta assicurato, chiodo su chiodo, è ben custodito, presenta tracce di deterioramento, abbisogna di eventuali restauri?
Qui si tratta, da parte dell’attuale amministrazione del Comune di Crotone, di fare operazione verità per chiarire anche altri passaggi circa gli esiti e i risultati conseguiti del programma “Pic Urban 2 Crotone”, che i dati descrivono provvisto di un importo complessivo di € 250.000, con l’obiettivo del restauro e il recupero del Bastione Toledo per la complessità dell'intervento suddiviso in due stralci funzionali.
Il primo stralcio puntava a realizzare il restauro architettonico della struttura e la rimodulazione funzionale delle due sale del Toledo.
Il secondo doveva realizzare il completamento dei sistemi tecnologici, le opere di completamento e la realizzazione delle forniture di arredo previste nella bozza preliminare del progetto generale, “con una tecnologia costruttiva degli spazi espositivi e delle piattaforme di lavoro, in grado di adeguare gli spazi di incontro e lavoro senza intaccare l'integrità storica del manufatto, prevedendo strutture rimovibili in acciaio e cristallo, che si dovevano affiancare alle murature del Bastione, controllando l'impatto visivo e la sintonia architettonica tra le nuove opere e il contenitore storico che da ospitare”.
Straordinario, ma tutto sulla carta tanto che sembrerebbe che il patrimonio culturale crotonese, sia una specie di strano Giano bifronte, che abbia due facce:
- da una parte ci sono gli atti dello stesso ente comunale, ad esempio quello riguardante “Comune di Crotone Settore 4 - Pianificazione, gestione del territorio Determinazione dirigenziale Del 16-11-2017 N. 2283 Responsabile del procedimento: De Martino Gianfranco Oggetto: Progetto 3b) Infrastrutturazione tecnologica degli spazi- fornitura e posa in opera arredi e impianti tecnologici- Determinazione a contrarre - Affidamento servizi tecnici attinenti all’architettura e all’ingegneria all’Arch. Anna Chirumbolo CUP: F18F1 00000 10006 - CIG: Z2E208CFB7”;
- e ancora: “Comune di Crotone Settore IV Pianificazione e Gestione del Territorio Settore VII - Programmi Urbani Complessi e Politiche Comunitarie Prot. n.10501 = Crotone, lì 01 Marzo 2016 Avviso di Appalto Servizio Aggiudicato CIG: ZF8170F98D Categ.12 N. Riferimento CPC 867 - Servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria - Progettazione definitiva ed esecutiva, Coordinamento della Sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione, Direzione lavori, misure, contabilità, etc. per la Riqualificazione e recupero funzionale dei locali della sala polifunzionale di Bastione Toledo, con Responsabile unico del procedimento Arch. Elisabetta Antonia Dominijanni";
- da un altro versante ci sta, invece, la realtà fattuale del bene pubblico chiuso, indisponibile al pubblico, senza che vi sia nota informativa alcuna, qualche specifica unità tecnico-amministrativa incaricata a dipanare l'aggrovigliata matassa, dentro cui potrebbe starci, stando ai si dice, anche un contenzioso aperto, con proprietari privati.
Forse bisognerebbe fare in fretta chiarezza e trasparenza su questo vero e proprio itinerario culturale di grazia, che a prima vista non è né virtuoso né virtuale.
E se non lo fa il Comune, che è il diretto interessato, chi lo dovrebbe fare?