In una realtà per così dire “normale” quando si cade e si tocca il fondo ci si ferma e si tenta di risalire. A Crotone, e soprattutto in politica, capita invece che si cominci a scavare, secondo l’affermata teoria del pozzo senza un fondo. È quanto successo negli ultimi giorni, immediatamente dopo la fine del Consiglio Comunale in cui il sindaco Enzo Voce sembrava aver superato la prova dei numeri per la sua maggioranza.
di Sr* L’Impertinente
A sala consiliare ormai chiusa è circolata una famigerata nota, con annesse tredici firme di altrettanti consiglieri, che chiedevano la convocazione di un civico consesso per sfiduciare il primo cittadino pitagorico.
Dall’analisi del documento - non grammaticale e sintattica, per le quali occorrerebbe un capitolo a parte - sono emerse subito alcune “carenze”, come la firma in calce di uno dei consiglieri di minoranza, Marisa Luana Cavallo.
Proprio lei, la damigella della corte di Giancarlo Cerrelli, che invero aveva già salvato la maggioranza tenendo il numero legale (QUI) durante una seduta sul bilancio consolidato.
Ma a zittire i soliti malpensanti ci ha pensato la stessa Cavallo, precisando di non aver avuto alcuna intenzione di siglare documenti di sfiducia al Sindaco che ha definito “informali e inutili” e lamentando, anche, di non esser stata manco coinvolta nella stesura dello stesso, “di cui, da quanto apprendo, qualcuno disconosce persino la propria firma …”, ha puntualizzato.
L’ex leghista, d’altro canto, si è detta pronta a presentarsi “davanti a un notaio, che certificherà l’autenticità delle firme, quando si presenteranno davanti ad esso almeno sedici consiglieri che firmeranno per sfiduciare l'amministrazione Voce”; allora - ha rassicurato - ella sarà certamente “la diciassettesima”.
Come nelle tradizionali fiabe natalizie, intanto, il bello doveva ancora arrivare: ci ha pensato il sindaco a “scaldare” l’atmosfera; lo ha fatto nel corso della conferenza di fine anno lanciando una “bomba” mediatica, ovvero annunciando che una delle firme sull’“atto” fosse falsa e che di ciò ne avrebbe informato la Procura (QUI).
“Ieri - ha scritto il sindaco - alla conclusione del Consiglio Comunale, ho appreso prima da un blog e successivamente da una testata giornalistica on line, che tredici consiglieri comunali avevano firmato un documento per chiedere la sfiducia del sottoscritto”.
“Contestualmente, alla presenza di una consigliera comunale, ricevevo una telefonata da parte di un consigliere che disconosceva la firma in calce al documento dichiarandola non sua”, ha poi aggiunto.
Può Bastare? Certamente non a Crotone! Innanzitutto, la firma “ballerina” di cui si parla è quella del consigliere Andrea Tesoriere.
E chi meglio del diretto interessato ha potuto svelare l’arcano? Tesoriere ha scritto infatti, nero su bianco, che “dopo avere attenzionato il documento” abbia “effettivamente verificavo la veridicità” della sua firma.
Dunque, parrebbe evidente non esista alcuna sigla falsa, così come annunciato dal sindaco che sarebbe stato tra l’altro avvisato di tutto ciò.
Il giovane ex di Fratelli d’Italia, si è però incanalato in una tortuosa spiegazione dell’accaduto, confermando di aver firmato, di essersene poi pentito “a stretto giro, circa un’ora dopo la sottoscrizione” ritenendo “irrituale la procedura adottata” ed informando il collega consigliere incaricato alla raccolta delle firme di cancellare la sua.
Non certo perché restìo alla sfiducia nell’operato di questa amministrazione, “che era ed è inefficiente” ha puntualizzato Tesoriere, “ma perché - ha aggiunto - il luogo deputato a tale incombente è la massima assise comunale e non certamente una raccolta di firme fatta su un pezzo di carta privo di valore”.
Il consigliere di opposizione ha confessato poi di aver avuto una conversazione con il Sindaco, al quale abbia rappresentato di non aver sottoscritto alcun documento “nella convinzione che la mia firma fosse stata depennata come richiesto e quindi ritenendo che una eventuale firma apposta a mio nome fosse non vera”.
Insomma, invece di inviarsi i tradizionali biglietti auguri, Consiglieri e primo cittadino quest’anno pare proprio si scambieranno carte bollate in Tribunale.
Dati i presupposti, l’impressione è quindi che il 2022 non si stia aprendo affatto sotto i migliori auspici e come recita un motto popolare: “mentre i ciucci litigano i barili si sfasciano”
*Simbolo dello Stronzio