Nelle favole che un tempo si narravano ai bambini c’era quasi sempre un re, una principessa, una strega, i cospiratori ed un castello. Questa che stiamo per raccontarvi, ambientata nella città di Crotone, non è certo un’eccezione.
di Sr* L’Impertinente
La fiaba è quella del Castello di Carlo V chiuso ormai da quattro anni per il maleficio (che in tempi moderni prende il nome di “segnalazione”) di colei che molti hanno dipinto come la strega cattiva (la senatrice Margherita Corrado).
E c’è pure un re, ovvero l’allora primo cittadino Ugo Pugliese che proprio sulla base della “segnalazione” fu costretto a serrare la fortezza; una decisione reiterata dai suoi “eredi”, vale a dire la “principessa” commissaria (Tiziana Costantino) prima e il successore al trono sindacale (Enzo Voce) poi.
Ma com’è noto a Crotone non ci sono mai certezze, specie quando vi siano di mezzo politica e amministratori pubblici, siano essi comunali, provinciali e regionali; e ciò che è dato per sicuro poco prima poco dopo viene puntualmente smentito.
Un caso di specie - come direbbero fini principi ma del foro - è proprio la questione relativa alla riapertura del Castello di Carlo V, autentico biglietto da visita della città ma che i turisti, da anni, trovano inaccessibile.
Non è passato forse neanche un mese da quando il sindaco - il regnante in carica nella nostra favola - è stato audito nella commissione consiliare Cultura riferendo che a voler esser ottimisti la struttura non si possa aprire se non prima di due anni.
E ci ha tenuto a ribadire che ciò possa accadere in questo lasso di tempo, a suo dire finanche breve, solo e soltanto grazie all’impegno costante e indefesso sia suo in prima persona che della sua immarcescibile giunta comunale.
Nell’occasione gli ha dato manforte anche la senatrice Margherita Corrado - come accennato prima dipinta, ingiustamente, come la strega di turno - che per molti sarebbe tornata sul luogo del delitto, visto che le si attribuiscono le principali responsabilità per questa chiusura.
Corrado che si è spinta ancora più oltre, definendo come una vera manna dal cielo i soldi stralciati dall’originario progetto di Antica Kroton proprio per la bonifica del castello.
Hai voglia a dire - come hanno fatto in molti - che sarebbe questo il primo caso, a memoria d’uomo, in cui fondi destinati ad un Comune finanzino un intervento su un bene che, in realtà, è statale!
È di queste ore, poi, la notizia del sopralluogo effettuato sulla struttura dal sindaco insieme a rappresentanti del Ministero e dell’Arpacal finalizzato ad una possibile riapertura, anche se parziale (QUI).
Ma qui sorge una prima domanda: cosa può esser mai accaduto in un mese che abbia fatto cambiare idea al sindaco? La risposta è altrettanto spontanea: assolutamente nulla!
Il sopralluogo è avvenuto, guarda caso, praticamente alla vigilia del Consiglio Comunale fissato per il prossimo 7 aprile, con all’ordine del giorno proprio l’auspicata riapertura (QUI).
Un Consiglio dovuto anche se non soprattutto alla tenacia di due persone, che nella favola potrebbero trovarsi ad essere narrati come i “cospiratori” contro il re (Voce): vale a dire Linda Monte ed il consigliere Fabrizio Meo.
Sono loro, insieme ad altri, infatti, che da tempo sottolineano come in realtà le aree inquinate del castello siano circoscritte e perciò che sia possibile dar vita ad un percorso in sicurezza per la fruibilità della fortezza, anche prima della sua bonifica.
Quanto al secondo quesito, poi, ci si domanda se sia mai possibile che per giungere a questa soluzione ci siano voluti oltre quattro anni con le evidenti conseguenze negative, soprattutto in termini di danni all’immagine, per la città pitagorica?
Alla fine della fiera questo racconto la dice lunga sulla lungimiranza della classe dirigente crotonese fin troppo spesso imbattibile nel raccontare favole ai cittadini che, però, quasi mai si rivelano a lieto fine.
L’auspicio è che questa del Castello di Carlo V termini quantomeno con il più classico “vissero tutti felici e contenti”.
*Simbolo dello Stronzio