Il Decreto Coesione proposto dal Governo prevede di svuotare di oltre 3 miliardi di euro la dotazione finanziaria per la realizzazione di infrastrutture nelle regioni del Mezzogiorno, e dei 4,6 miliardi inizialmente stanziati rimarranno solo 890 milioni - salvo ulteriori rimodulazioni - da investire da qui al 2033. Una decisione che inevitabilmente accende qualche preoccupazione anche sulla Statale 106, finanziata con un altro fondo che si estende addirittura fino al 2037.
di Francesco Placco
Nel mese di ottobre dello scorso anno veniva confermato uno stanziamento da 3 miliardi di euro per la Strada Statale 106 (LEGGI), annunciato inizialmente nel novembre del 2022 (LEGGI) ed incluso nella legge di bilancio varata lo stesso anno.
Tecnicamente parliamo dell'articolo 511 del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, approvato il 29 dicembre del 2022 e consultabile integralmente (QUI). Nel dettaglio, il testo dell'articolo recita:
Per la realizzazione di lotti funzionali del nuovo asse viario Sibari-Catanzaro della strada statale 106 Jonica è autorizzata la spesa complessiva di 3.000 milioni di euro, di cui 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, 150 milioni di euro per l'anno 2027, 200 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2028 al 2031, 250 milioni di euro per l'anno 2032 e 300 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2033 al 2037.
Sono dunque 3 miliardi di euro spalmati in 15 anni, cifra sicuramente cospicua seppur definita a più riprese insufficiente. È lo stesso commissario nominato dal Governo Massimo Simonini a mettere nero su bianco che servono almeno altri 500 milioni, successivamente garantiti tramite altri fondi comunitari e grazie alla Cassa Depositi e Prestiti. Numeri più dettagliati sono riportati nel decreto approvato lo scorso 12 marzo 2024 (QUI), nel quale vengono definiti i "criteri e delle modalità di erogazione e di revoca delle medesime risorse".
Nei primi due allegati disponibili troviamo i lotti degli interventi previsti. Nel primo allegato sono riportate una serie di attività avviate nel 2021, mentre nel secondo allegato si parla degli interventi ad "immediata cantierabilità". Inoltre, nel terzo allegato è possibile osservare il cronoprogramma dei lavori. Che è quanto meno curioso, perché al momento prevede l'inizio di tutti i cantieri tra dicembre 2025 e gennaio 2026. Circostanza forse troppo ottimistica, che potrebbe essere rivista da qui a qualche mese, viste anche le difficoltà a trovare la quadra su progetti ed espropri lungo il tracciato.
Ma focalizziamoci sui fondi. Perchè come dimostrato dal recente Decreto Coesione, uno stanziamento non è necessariamente per sempre. E di fatti, nel decreto sull'Individuazione del soggetto attuatore e dei lotti funzionali del nuovo asse viario Sibari-Catanzaro della strada statale 106 Jonica viene fatto esplicito riferimento alle modalità di revoca dei fondi. È il comma 2 dell'articolo 4 ad avvertirci che "nelle ipotesi di mancato rispetto dei termini previsti dai cronoprogrammi procedurali", "o di omessa alimentazione del sistema di monitoraggio, verificato sulla base dei sistemi informativi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, la Direzione generale per le strade e le autostrade, l'alta sorveglianza sulle infrastrutture stradali e la vigilanza sui contratti concessori autostradali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvede alla revoca dei finanziamenti erogati".
In buona sostanza: se i soldi stanziati non vengono spesi entro i termini previsti dal cronoprogramma, o se vengono riscontrate anomalie nel processo di monitoraggio, c'è il rischio di perderli. Al contempo viene dato un discreto margine al soggetto attuatore (ossia il commissario stesso), che può rivedere per tempo il cronoprogramma e finanche rimodulare le spese. Il tutto ovviamente di concerto con il Ministero delle Infrastrutture, che ha sempre e comunque la facoltà di rivedere gli stanziamenti e modificarli. E persino annullarli.
A questo punto bisogna porre la massima attenzione alla vicenda, perché anche i fondi per la Statale 106 possono essere suscettibili di modifiche. Sebbene il bilancio di previsione si estenda fino al 2025 nulla impedisce una "sforbiciata" già dal prossimo anno, che potrebbe concretizzarsi da qui ai prossimi mesi, quando tutti i dicasteri saranno chiamati a chiudere i conti. Sopratutto se si continua ad indirizzare miliardi solo su determinate opere pubbliche (LEGGI), a scapito, come visto con il Decreto Coesione, di tutto il Mezzogiorno.