Autonomia differenziata e ponte sullo stretto: la gatta frettolosa farà i figli ciechi

10 aprile 2024, 09:00 Imbichi

Due temi che finiranno inevitabilmente per avere un impatto notevole sulla Calabria vengono trattati con leggerezza e superficialità. Dal famigerato Ponte sullo Stretto all’Autonomia Differenziata, è tutto un susseguirsi di slogan e polarizzazioni che celano le difficoltà oggettive e le pericolosità di due progetti che rischiano di essere approvati “per forza”, per interesse unico della politica e non della popolazione.


di Francesco Placco

Nel 2024, in maniera del tutto improvvisa, le priorità della Calabria sono cambiate. Pensavamo di dover fronteggiare numerose tematiche endemiche, ma tutto pare essersi risolto a colpi di annunci e reels sui social. La sanità regionale si sarebbe magicamente risanata, il tessuto economico seguirebbe il trend nazionale in continuo miglioramento, l’emigrazione non è più un problema. Una propaganda difficile da scardinare, quanto meno nelle narrazioni istituzionali di una regione che deve essere dipinta come migliore a prescindere dall’esistenza di un miglioramento tangibile.

Ma tant’è. Come si dice, nel 2024 abbiamo scoperto che le priorità imprescindibili della regione sono sostanzialmente due: c’è la storica questione del Ponte sullo Stretto (QUI), divenuto nuovamente catalizzatore di investimenti miliardari, e c’è la questione – anche questa in realtà storica, ma ad altre latitudini – dell’autonomia differenziata (QUI), tanto cara alle regioni del nord Italia, nella quale il governatore Occhiuto vede (senza snocciolare alcun numero) un buon potenziale anche per la Calabria.

In tutto ciò appare certa solo una cosa: la netta accelerazione nel voler chiudere le partite. Una sorta di fretta, che vorrebbe portare l’avvio dei cantieri per la costruzione del ponte già in estate, e la definizione dell’autonomia differenziata entro la fine dell’anno. Una velocità mai vista per tanti altri temi di importanza nazionale, che cela più esigenze politiche che pragmatiche necessità popolari.

Se c’è però un detto noto in tutta Italia, è quello della gatta frettolosa, o presciaròla. Che poi è un po’ lo stesso animale che, oltre ad aver partorito dei gattini ciechi per la sola fretta di partorirli, ha anche lasciato lo zampino per essersi spinta troppo a largo. Un adagio che invita a fare le cose con i giusti tempi, perché altrimenti anche le migliori intenzioni si trasformano in disastri.

Eppure è proprio la fretta che contraddistingue i due provvedimenti al vaglio del governo nazionale. Il progetto del Ponte sullo Stretto, con le sue oltre 60 criticità rilevate e le documentazioni ferme al 2011 (LEGGI), viene promosso in blocco come l’unica soluzione percorribile. Da accettare senza se e senza ma, senza eccezioni, perché dalla costruzione del ponte ne seguirebbero innumerevoli benefici perché “investimento chiama investimento”.

Una logica fallace, come quella che ipotizza un “guadagno” per le casse regionali dall’autonomia differenziata. Basta davvero il turismo e la produzione di energia rinnovabile a sostenere un bilancio regionale come quello della Calabria? E sopratutto, se già le cose funzionano come funzionano (e cioè male) con il contributo di tutte le Regioni a livello nazionale, davvero c’è chi crede che permettendo ad alcune Regioni di non contribuire più al bilancio dello Stato le cose possano andare meglio?

Ovviamente, no. Ma l’opportunità politica è tale che ci si può mascherare dietro una serie di promesse, come quella dello Stato che deve garantire i Lep (LEGGI). Eppure lo Stato non riesce a garantirli ora. Figuriamoci come possa garantirli quando le Regioni “secessioniste” tratterranno per loro le tanto agognate tasse. Denari che, nella logica (ancora attuale) della Roma ladrona, devono favorire le economie locali che sono il traino della nazione, a scapito del suo stesso concetto unitario (LEGGI).

Nei giorni scorsi la Camera dei Deputati ha deciso che il decreto legge ideato da Calderoli non verrà riesaminato. Il testo verrà approvato a scatola chiusa (QUI) così come uscito dal Senato nelle settimane scorse. Si punta ad approvare il tutto entro fine aprile, evitando discussioni e dunque anche critiche, idee, correzioni. Così come per il ponte, le elezioni europee sono alle porte.

La situazione è dunque doppiamente grave. Da una parte si rischia di approvare un progetto – quello del Ponte sullo Stretto – ancora nebuloso e poco chiaro, per il semplice fatto che il “progetto definitivo” approvato dal Ministero delle Infrastrutture è ancora tutto fuorché definitivo, essendo necessarie integrazioni e, forse, finanche modifiche. Ed allo stesso modo, la concezione leghista dell’autonomia differenziata è ancora in piedi, con il rischio di approvare un testo altamente penalizzante per tutto il centro-sud, di fatto privato di risorse e garanzie.

Se le priorità della Calabria sono queste, sarebbe opportuno affrontarle con i giusti tempi e con i giusti modi. Imporre queste scelte non vuol dire avere a cuore questa terra, ma semplicemente continuare a considerarla una terra di conquista (LEGGI), dove oramai si ha carta bianca per fare ciò che la politica nazionale impone. Senza se e senza ma.