La cronica carenza d'acqua sta mettendo in difficoltà i residenti della popolosa frazione, attualmente a secco a giorni alterni per permettere al serbatoio di riempirsi nuovamente. Ma se l'eccessivo consumo che si registra non è dovuto all'aumento dei residenti, evidentemente ci deve essere un altro motivo: magari una perdita non ancora scoperta, o l'impiego dell'acqua potabile in qualche campo in fase di coltivazione.
di Francesco Placco
A meno di non credere ad un fenomeno di improvvisa evaporazione di decine di migliaia di metri cubi d'acqua, quella che si sta verificando a Papanice in questi giorni non è nè una "magia" nè un "complotto", come sostenuto da più di qualcuno in queste ore. Perché un serbatoio vuoto è un dato empirico, palese, un fatto incontestabilmente vero, a meno di non voler negare l'evidenza. E l'evidenza ci dice che un serbatoio puntualmente riempito consuma prematuramente il suo contenuto.
Una querelle iniziata oramai l'8 giugno scorso (LEGGI), che sta proseguendo in queste ore (LEGGI) causando non pochi malumori ai residenti, che hanno già annunciato azioni legali di autotutela (LEGGI). Proprio il comitato cittadino evidenzia che è "un consumo che, a rigore di logica, non si concilia con la presenza umana in questo momento", perchè "la popolazione residente a Papanice non è elevata". E sempre il comitato parla apertamente di "altre cause quali perdite e furti d'acqua che non possono ricadere sulle spalle di anziani e malati", e che "spetta al Congesi individuare le cause e trovare le soluzioni".
Congesi che, vale la pena ricordarlo, in passato ha già condotto controlli mirati per individuare le cause dei consumi irregolari. Gli ultimi episodi a Roccabernarda (LEGGI) e tra Casabona e Petilia Policastro (LEGGI): in tutti i casi sono stati scoperti dei bypass - spesso collegati addirittura alla condotta principale - per rifornire d'acqua campi coltivati ed allevamenti di bestiame. Il tutto a scapito non solo dei rispettivi concittadini (alle prese con disservizi ed interruzioni), ma anche di chi le bollette d'acqua le paga.
Il circondario di Papanice è notoriamente un territorio fertile, ricco di coltivazioni e di attività agricole. Se ci aggiungiamo che questo è il periodo di coltivazione di molti ortaggi che richiedono grandi quantità d'acqua (pomodoro, zucchina, cetriolo, meloni, angurie, melanzane, peperoni e così via), non è poi un'ipotesi così campata in aria per spiegare il consumo eccessivo registrato. Salvo ovviamente una perdita sotterranea non ancora scoperta, che pure avrebbe dovuto produrre qualche avvisaglia anche in superficie.
A poco serve puntare il dito contro Sorical, additata come colpevole per il mancato aumento dei flussi d'acqua, nè serve prendersela con Congesi, che quando parla di "consumi eccessivi" non sta puntando il dito contro qualcuno, ma semplicemente prendendo atto di un serbatoio vuoto. Una cosa però servirebbe: una richiesta di mobilitazione, di controllo a tappeto, palmo dopo palmo, della rete idrica che da Crotone arriva a Papanice. Magari assieme alle forze dell'ordine. Solo così si può individuare la causa di un problema che c'è, e del quale al momento non si riesce a dare spiegazione.
L'unica spiegazione plausibile può venire solo da una nuova mappatura della condotta e delle sue diramazioni. Attività utile per Congesi (che in caso di furto o perdita ci rimetterebbe anche del denaro), ma sopratutto per i residenti, che solo così potranno scoprire la causa del misterioso ammanco di prezioso liquido.