Uaar Cosenza, messa e precetto pasquale nella scuola statale di Amantea
"La Dirigenza scolastica dell’IIS di Amantea ha programmato una giornata, a suo dire “culturale”, di catechismo per gli studenti, il prossimo primo aprile, in orario e nelle strutture scolastiche, per la pratica del precetto pasquale". E' quanto scrive il Circolo di Cosenza dell'Unione Atei e Agnostici Razionalisti.
"Benché nel nostro paese - continua la nota - siano costanti le intrusioni clericali negli spazi laici e le contestuali pratiche di ordinaria illegalità ad opera di dirigenti pubblici, non possiamo non indignarci, ancora, di quanto una Isti-tuzione scolastica statale si mostri inadeguata al ruolo a cui essa è chiamata. Ci chiediamo a quale “cultura” ci si riferisce quando essa si fa promotrice di precetti religiosi della confessione più ricca e privilegiata – ma non per questo più legittimata - e li sostituisce al pubblico servizio di educazione scolastica. Laico.
Non certo la cultura della legalità, visto che la giurisprudenza vieta l’effettuazione di messe, di pre-ghiere, di visite pastorali e di benedizioni in orario scolastico. Non certo la cultura democratica e Costituzio-nale visto il modo con cui si calpesta il principio di laicità dello Stato e con esso la pari dignità di qualsivoglia modo di credere o di non credere.
Pare siano sconosciuti al dirigente dell’IIS di Amantea, Francesco Calabria, quei presupposti costitu-zionali e democratici di garanzia di eguaglianza dei diritti personali inalienabili, tra cui quelli di libertà reli-giosa, che prescindono da qualsiasi maggioranza, ed evidentemente anche dalla richiesta della “maggior parte degli studenti”, alla quale goffamente adduce nella circolare che dirama l’iniziativa confessionale.
In particolare, dalla stessa circolare sembra che l’iniziativa sia stata presa direttamente dal Preside, senza nemmeno l’autorizzazione del Consiglio di Istituto, il quale è l’unico organo competente a program-mare le attività della scuola. A maggior ragione di una iniziativa come questa che risulta, da ogni punto di vista civile, del tutto fuori luogo".