Regionali: le proposte di Confartigianato per far ripartire la Calabria
Riceviamo e pubblichiamo le proposte di Confartigianato Calabria ai candidati a Governatore della Regione Calabria a firma del Presidente Francescoantonio Liberto:
“L’imminente conclusione della legislatura regionale e l’avvicinarsi delle nuove elezioni ci inducono a formulare alcune riflessioni sulla situazione in essere nella nostra Calabria e nel contempo a formulare ai Sig. Candidati alla Presidenza alcune nostre considerazioni e proposte sulle cose indispensabili da fare per assecondare la nostra Regione ad uscire dalla crisi e nella fattispecie ad aiutare il mondo imprenditoriale calabrese che di fatto rischia l’estinzione con le conseguenze sociali che potrebbero sopravvenire.
Al momento registriamo una crisi devastante a cui bisogna urgentissimamente porre rimedio in caso contrario tantissime piccole imprese rischiano la chiusura con la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro autonomo e dipendente.
Con questo documento, volutamente scarno per non alimentare i soliti sogni proposti per tantissimi anni, vogliamo esporre alcune considerazioni e proposte concrete che potrebbero di fatto aiutare il nerbo portante dell’economia calabrese e tutte le famiglie, perché difficilmente non si trova un artigiano, un commerciante e/o un agricoltore in un qualsiasi nucleo famigliare calabrese. Parlare oggi di un lavoratore autonomo o di una piccola impresa significa rappresentare di tutti i calabresi.
Dando uno sguardo ai principali indicatori economici e sociali (Pil, export, credito, occupazione, situazione sociale in generale) la Calabria oggi si presenta ultima in tutto malgrado siano pervenuti milioni e milioni di euro di risorse europee. I sacrifici dei calabresi sono tantissimi, quasi da guinness dei primati.
Auspichiamo che il nuovo governo regionale realizzi veramente una politica straordinaria per rilanciare lo sviluppo basato principalmente su due fattori veramente importanti:
- riformare a 360° una Regione per molti versi ormai obsoleta
- riuscire a spendere bene e il più velocemente possibile le risorse a disposizione.
La prossima legislatura dovrà imprimere una forte accelerazione a tutta la sua attività, per assicurare quel tempismo oggi necessario in un mercato globale e competitivo in cui le nostre piccole imprese devono misurarsi quotidianamente per sopravvivere e assicurare quella occupazione che per forza di cose deve aumentare in modo esponenziale, in caso contrario si rischia veramente la desertificazione e uno stato sociale molto preoccupante.
Il principio di base che chiediamo venga realizzato dalla nuova politica è che la regione e gli enti partecipati e collegati costino di meno e garantiscano standard di efficienza e produttività piu’ elevati e soddisfacenti.
Non deve sfuggire a nessuno la cessazione giornaliera di tantissime aziende anche strutturate e in una Regione dove il Pil è prodotto quasi esclusivamente dalle nostre piccole e medie imprese, abbiamo tutti il dovere di creare condizioni ottimali di sviluppo.
Una Regione da rilanciare sia in termini di investimenti infrastrutturali che di servizi, puntando principalmente alle nostre vocazioni che riteniamo oggi siano il turismo marino e montano, i nostri beni storico architettonici, il nostro agro alimentare di qualità e l’artigianato artistico che devono essere sostenuti prioritariamente attraverso politiche mirate di promozione e sostegno.
Va rilanciato inoltre lo sviluppo legato ai parchi e alle aree protette che fanno della Calabria un’anomalia positiva del nostro Paese. In sintesi una Regione che potrebbe vivere e prosperare 360 giorni l’anno solo col turismo e attività collegate, ma che di fatto brancola in un tunnel preoccupante per le politiche clientelari adottate in tantissimi anni di regionalismo che ha portato la Calabria agli ultimi posti di tutte le graduatorie e statistiche socio economico.
Bisogna rilanciare anche le politiche per lo sviluppo della “manifattura” e per l’attrazione di nuovi investimenti.
All’attualità, senza entrare nei particolari per tante cause e concause, la Giunta regionale non ha centrato gli obiettivi strategici per lo sviluppo, cioè fare della Calabria una Regione efficiente, moderna e attrattiva anche per gli investimenti, vicina inoltre ai cittadini e alle imprese.
Un punto fondamentale riguarda le tasse con le varie addizionali per coprire il deficit della sanità e anche in questo caso e in questa situazione economica e sociale non possiamo più sottrarre direttamente dalle tasche dei contribuenti risorse che deprimono di conseguenza il mercato già asfittico per se stesso.
Abbiamo la necessità di supportare i calabresi in modo serio e per quanto riguarda il comparto sanitario si deve lavorare veramente per evitare i tanti viaggi della speranza adottando probabilmente un nuovo piano sanitario regionale più confacente alle nostre esigenze.
In questi anni, inoltre, non abbiamo sentito parlare minimamente di eliminazioni di accise varie malgrado la situazione di terzo mondo e la disoccupazione totale specialmente dei nostri giovani.
Riteniamo inoltre che il nuovo governo regionale potrà e dovrà esercitare anche una forte pressione politica su quei comuni che in termini di tassazione per quanto riguarda i tributi locali molto oppressivi.
Ma il punto strategico che può far veramente decollare la nostra regione è quello di evitare che le risorse europee ritornino al mittente così come avviene da sempre e metterle in circolo per far diventare la Calabria vero territorio di sviluppo.
In una ri-programmazione efficiente, preso atto di questa incapacità congenita a realizzare nei tempi previsti le spese programmate, in un’ottica di aiuti concreti, perché non prevedere che una parte dei fondi siano riservati e concessi in termini di credito di imposta alle imprese che assumono e che investono?
Preso atto della crisi sull’accesso al credito per famiglie e imprese, una parte dei fondi comunitari, con un accordo col sistema bancario calabrese, potrebbe essere concesso per garantire l’accesso al credito. Con queste due misure, credito di imposta su assunzioni e investimenti e garanzia sull’accesso al credito, potremmo veramente aiutare le imprese a creare sviluppo e nuova occupazione.
Perché, non dimentichiamolo, le altre Regioni non hanno a disposizione le ingenti somme europee come da noi. Riteniamo che queste misure sarebbero veramente propedeutiche ad incentivare tutte le nostre attività legate alle nostre vocazioni, bisogna avere la capacità a spendere nei tempi giusti e fuori da quelle logiche clientelari che hanno portato la nostra regione a vivere forse, il peggior periodo di questo regionalismo tantissime volte inefficiente.
Per i fondi comunitari sicuramente vanno cambiate alcune regole di spesa per rendere i processi più veloci e produttivi, con un’interlocuzione con Bruxelles più collaborativa e celere, perché non possiamo più concedercì il lusso di non spendere per inefficienze della nostra burocrazia e di una politica disattenta!
Per quanto ci riguarda altri temi prioritari sono anche i rifiuti e l’acqua. Per i rifiuti bisogna potenziare la raccolta differenziata e introdurre tecnologie innovative, in modo da ridurre il conferimento nelle discariche e occorre eliminare la tassazione per tutte quelle imprese che producono rifiuti speciali e che provvedono direttamente e a proprie spese a smaltirli, senza dimenticare che il rifiuto può significare energia.
Per quanto riguarda la gestione dell’acqua, occorre superare un sistema, come quello attuale, che produce sprechi e inefficienze giganteschi (come la perdita nelle reti di distribuzione che tocca in alcuni casi il 70%) con costi ribaltati interamente sugli utenti, siano essi cittadini o imprese.
Bisogna inoltre avviare con decisione le politiche di sviluppo legate ai poli di innovazione e alle reti d’impresa, aspetti questi su cui abbiamo espresso e continuiamo ad esprimere un giudizio positivo.
Bisognerà in futuro premiare quelli efficienti che producono vera utilità per le imprese socie. L’innovazione e l’internazionalizzazione non sono mai stati così determinanti per la sopravvivenza e il successo di un’azienda. I mercati cambiano rapidamente e cresce la competizione da parte delle economie emergenti.
È noto che intraprendere un percorso di ricerca e sviluppo per trasformare in realtà le idee innovative e allargarsi su nuovi mercati è più difficile per le microimprese di quanto non lo sia per le aziende di medie e grandi dimensioni. Queste, infatti non hanno a disposizione le risorse economiche e le competenze interne necessarie per centrare questi obiettivi. Bisogna perciò costruire, con la Regione, un percorso grazie al quale le micro e piccole imprese possano fruire e beneficiare dei processi di innovazione e ricerca e affacciarsi con successo su nuovi mercati.
La semplificazione amministrativa, che oggi resta un miraggio, è la madre di tutte le battaglie, perché nuove complicazioni hanno sempre vanificato i tentativi di snellimento delle procedure.
Bisogna poi introdurre forti livelli di modernizzazione attraverso la digitalizzazione della Pubblica amministrazione: tutti gli atti devono poter essere reperiti online, imprese e cittadini devono impiegare pochi minuti per compiere adempimenti che oggi richiedono settimane, talvolta mesi se non addirittura anni. Con il risultato di mettere in fuga chi ancora oggi abbia voglia di fare o investire nella nostra Regione.
Sul capitolo Infrastrutture, se vogliamo che la Calabria diventi più attrattiva, e le nostre imprese più competitive, abbiamo bisogno di un territorio che sia facile da raggiungere. È evidente che bisogna lavorare per rendere i nostri porti, aeroporti, strade, ferrovie e quant’altro più efficienti e funzionali.
L’estensione della banda larga, altra esigenza di non poco conto, va estesa a tutto il territorio regionale con particolare riferimento alle aree con importanti insediamenti produttivi.
Per quanto riguarda le società operative della Regione (partecipate e controllate) va operata una vera e propria rivoluzione, verificando innanzi tutto la loro utilità e la loro capacità di assistenza e servizio alle imprese
Costi della politica. La Regione, oltre a costare di meno, dovrà improntare la sua azione a un principio inderogabile di sobrietà. Sta a Voi attuare le politiche congeniali.
Altro punto dolente dell’attuale Giunta è stata la soppressione di quelle rappresentanze istituzionali che lavoravano in sinergia con la burocrazia regionale e velocizzavano i processi di avvio per tantissime imprese ( vedasi Commissioni provinciali e regionale sull’artigianato etc); oggi senza queste strutture anche una qualifica professionale diventa un problema insormontabile in special modo per i tantissimi nostri giovani volenterosi.
In sintesi tutte le nostre proposte sulla riorganizzazione della macchina regionale e le politiche per lo sviluppo devono tener conto, in primo luogo, della dimensione delle imprese che operano nel territorio. Le microimprese non rappresentano solo il 97% del totale, ma danno tantissimi posti di lavoro e sono veramente un punto fermo della nostra economia.
Altro capitolo a parte è la questione formativa e Confartigianato Calabria auspica che, considerati i tanti mestieri che stanno scomparendo, di coinvolgere direttamente gli operatori economici e dare loro la possibilità di formare direttamente i futuri operatori economici in azienda.
Oggi, più che mai, l’accesso alla conoscenza e alle informazioni aggiornate sono fondamentali per la competitività della Calabria e per creare lavoro. Diventa strategico quindi investire nel capitale umano, fattore decisivo per superare la crisi e garantire un futuro più roseo.
Vogliamo sottolineare ulteriormente che nell’attuazione degli interventi formativi va data priorità allo snellimento e alla semplificazione delle procedure.”