Acque di lavaggio degli inerti sversati nel fiume Neto, denunciato imprenditore
La Forestale, nell’ambito dell’operazione Focus ‘ndrangheta, ha scoperto uno scarico di acque di lavaggio di inerti provenienti da un impianto di Rocca di Neto, nel crotonese. Lo sversamento abusivo aveva intorbidito le acque del fiume Neto. Il responsabile dell’impianto di lavorazione è stato denunciato all’autorità giudiziaria.
I FATTI | Durante i servizi di controllo del territorio gli agenti del Corpo Forestale hanno osservato, lungo l’argine del fiume Neto, che le acque avevano assunto una colorazione bruna anomala. Percorrendo attentamente la sponda si sono accorti che l’acqua torbida proveniva da un fosso posto sul versante di Rocca di Neto. Setacciando così la località Timpata hanno constatato che lo sversamento proveniva da un impianto di lavorazione inerti e che le acque non erano sottoposte a decantazione e sedimentazione. Gli accertamenti, inoltre, avrebbero evidenziato che lo scarico non sarebbe stato autorizzato dall’Amministrazione provinciale.
I forestali, pertanto, hanno segnalato il responsabile dell’impianto, B.A., un giovane di 25 anni di Rocca di Neto, alla Procura della Repubblica per scarico di acque reflue industriali in assenza di autorizzazione. L’imprenditore, peraltro, con la sua condotta avrebbe integrato violazioni della normativa paesaggistica e danneggiato lo stato delle acque. La torbidità prodotta dallo scarico, infatti, altera l’equilibrio biologico delle acque con riflessi negativi sulla flora e la fauna ittica. L’area interessata, tra l’altro rientra nella Zona di protezione speciale (la ZPS) dell’Alto Marchesato e fiume Neto che è tutelata dalla legge quadro sulle aree protette.
L’intervento del Cfs ha interrotto così una condotta illegale, con riflessi sulla conservazione dell’ambiente fluviale caratterizzato da complessi equilibri, spesso sottovalutati. Controlli ulteriori saranno svolti nei prossimi giorni. Per aiutare i forestali a contrastare il degrado ambientale lo stesso Corpo invita la cittadinanza a segnalare presunti abusi.