Violenza donne. Weworld: per 1 italiano su 3 quella domestica è un fatto privato

Calabria Attualità

Quasi 1 Italiano su 5 considera accettabile la denigrazione di una donna tra­mite uno sfottò a sfondo sessuale. Inoltre, 1 italiano su 10 è ancora convinto che se le donne non indossassero abiti provocanti non subirebbero violenza e, a questa stessa domanda, quasi 1 italiano su 5 sceglie di non prendere posizione. Minimizzata anche la violenza domestica da 1 italiano su 3 che pensa che questi abusi dovrebbero prima di tutto essere risolti in famiglia ed è convinzione di un intervistato su 4 che, se una donna resta con un marito che la picchia, diventa lei stessa colpevole.

E’ il quadro che emerge dal Report “Rosa Shocking. Violenza, stereotipi… e altre questioni del genere”, per fare luce su cosa pensano gli Italiani della violenza, realizzato da WeWorld Intervita, sotto l’egida della campagna “Le Parole non Bastano Più”.

Nonostante la nuova Legge, varata un anno fa, ogni 2 giorni in Italia una donna viene uccisa dal partner, dall’ex o da un familiare. Di chi subisce violenza, solo il 7,2% denuncia l’accaduto. In un anno più di 1 milione di donne finiscono nella rete dei soprusi al maschile, che si ripetono più volte arrivando alla vergognosa cifra di 14 milioni di atti di violenza (dallo schiaffo allo stupro). Oltre 25 casi al giorno di stalking.

A fronte di quasi 17 miliardi di Euro a carico dalla collettività per gli effetti devastanti della violenza sulle donne e dei 30 miliardi di euro che ogni mese in Italia si spendono per campagne pubblicitarie che divulgano un’immagine distorta della donna, dal report Rosa Shocking emerge un aumento degli investimenti in prevenzione - anche grazie al sostegno dei Media e delle campagne di sensibilizzazione - che passano da 6,3 milioni di euro del 2012 a 16,1 milioni di euro nel 2013.

“Ancora oggi in Italia l’immagine della donna è vittima di insuperati stereotipi che ostacolano, di fatto, il superamento di preoccupanti pregiudizi di genere - dichiara Marco Chiesara, Presidente WeWorld Intervita. Il quadro che emerge dal nostro sondaggio è inquietante, larga parte della società giudica normali atteggiamenti in realtà distorti, come per esempio l’ostinato utilizzo del corpo della donna a fini commerciali. È fondamentale quindi dare maggiore forza all’azione di prevenzione e rilanciare il nostro impegno nella comunicazione e nella formazione di una cultura sociale più equilibrata e moderna”.

Dal sondaggio Ipsos contenuto nel report Rosa Shocking emerge un’Italia ferma ai luoghi comuni, specie in relazione ai rapporti tra uomini e donne. Se da un lato, in­fatti, l’85% del campione ritiene che anche gli uomini debbano occuparsi delle faccende domestiche, che l’istruzione sia importante indipen­dentemente dal genere e che la guida della famiglia non sia prerogativa esclusiva degli uomini, dall’altro i dati mostrano il permanere di un’immagine stereotipata della figura femminile soprattutto per quanto riguarda il matrimonio (considerato “il sogno di tutte le donne” per circa 1 uomo su 2), la famiglia (per cui è – per quasi 7 intervistati su 10 – più facile per una donna fare dei sacrifici), la casa e i figli (1 intervistato su 3 ritiene che la maternità sia l’unica esperienza che consente ad una donna di realizzarsi completamente) e con una posizione subordinata rispetto agli uomini.

Il numero degli omicidi volontari nel periodo 2012-13 è in lieve calo (passano da 528 a 501). Stazionari gli omicidi volontari in ambito familiare e affettivo (che passano da 173 a 172 nel 2013). Vi è un incremento della quota di vitti­me di sesso femminile, sia sul totale dei decessi (passa dal 64% al 70% nel 2013) sia sul totale degli omici­di commessi in ambito familiare e affettivo (dal 30 al 35%). Come a dire, si uccide di meno, ma quando si uccide, la vittima è più spesso donna.

WeWorld Intervita lotta ogni giorno per contrastare la violenza sulle donne e innescare un cambiamento culturale. Per questo è nata la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Le Parole non Bastano Più” per dare un aiuto concreto alla donne che hanno subito violenza. Grazie al contributo di tutti al progetto SOStegno Donna, in un anno, riusciremo ad aiutare quasi 1000 donne vittime di violenza. E 150 persone, tra medici e infermieri, saranno coinvolte in una formazione specializzata per riconoscere i maltrattamenti e maturare le competenze necessarie per dare ascolto alle donne in difficoltà.

Quest’anno alla campagna si è unita Maria Grazia Cucinotta, che insieme a noi condanna la violenza lanciando il messaggio “L’amore colpisce solo al Cuore”.

WeWorld Intervita grazie a “Le Parole non Bastano Più” ha realizzato in 3 Ospedali Italiani il progetto SOStegno Donna, spazi multifunzionali aperti H 24, sette giorni su sette nei Pronto Soccorso. All’interno del triage medico l’obiettivo è non solo curare la vittima di violenza, ma permettere di riconoscere e affrontare efficacemente la violenza attraverso la presa in carico d’urgenza e l’indicazione dei servizi di supporto sul territorio, il tutto al riparo dal controllo del maltrattante.