Estorsioni: minaccia imprenditore, arrestato nel catanzarese
Continue minacce, una tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose, ritorsioni continue e "avvertimenti" nei confronti del figlio della vittima. C'e' tutto questo nelle indagini concluse dai carabinieri della Compagnia di Girifalco e del Reparto investigativo provinciale di Catanzaro che hanno posto in stato di fermo Andrea Giampa', 29 anni, di Lamezia Terme, già noto alle forze dell'ordine. L'accusa nei suoi confronti e' di tentata estorsione e illecita concorrenza con minacce e violenze, il tutto aggravato dalle modalita' mafiose.
La vittima è un imprenditore catanzarese, titolare di un esercizio all'interno di un noto centro commerciale del Lametino. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, che hanno raccolto la denuncia della vittima, stanca di subire soprusi, Giampa' avrebbe preso di mira l'imprenditore dal quale, tra l'altro, la moglie aveva acquistato alcuni prodotti da rivendere in una propria attivita'.
Non solo Giampà si sarebbe rifiutato di pagare la merce, minacciando l'imprenditore e pretendendo una dichiarazione che non avrebbe dovuto dare nulla, ma nel tempo avrebbe tenuto diversi comportamenti violenti. In una occasione avrebbe anche minacciato ritorsioni nei confronti del figlio della vittima.
La denuncia è scattata quando l'imprenditore, già vittima di minacce, ha ricevuto un proiettile calibro 9 con un messaggio in dialetto lametino: "Se non la finisci il prossimo colpo è in testa". Giampa' si sarebbe anche presentato dall'uomo, rivendicando la sua appartenenza alla omonima e potente cosca lametina. Spesso lo stesso Giampà si sarebbe presentato anche davanti l'attività commerciale della vittima per incutere timore. Quando poi l'imprenditore aveva deciso di aprire una seconda attività non lontano da quella della moglie di Giampà, sarebbero arrivate ulteriori minacce. Al termine delle indagini Giampà è stato posto in stato di fermo; dopo l'udienza di convalida il giudice del tribunale di Lamezia Terme ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere. (AGI)