Falsi rimborsi sanitari, inchiesta a Crotone
Gli agenti della Digos della Questura di Crotone stanno eseguendo da questa mattina una serie di perquisizioni in Calabria ma anche in Emilia Romagna e Lombardia in case di cura private, studi medici e abitazioni private nell'ambito di una indagine condotta dal sostituto procuratore della repubblica di Crotone Pierpaolo Bruni su una presunta truffa di milioni di euro ai danni del servizio sanitario nazionale.
Dieci le persone iscritte sul registro degli indagati con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa aggravata allo Stato, falso ideologico, concussione. Al centro dell'indagine ci sono tre medici crotonesi, i fratelli Giovanni Ussia, 60 anni, Alfonso Ussia, 58 anni e Anastasia Ussia, 55 anni, titolari della casa di cura privata 'Villa Giose' di Crotone, accreditata presso l'Azienda sanitaria provinciale di Crotone.
I sanitari - secondo l'ipotesi investigativa - avrebbero attestato falsamente di aver eseguito su una serie di pazienti interventi chirurgici per patologie suscettibili di rimborso da parte del servizio sanitario pubblico mentre in realtà avrebbero eseguito unicamente interventi di carattere estetico, quali interventi al seno, ortopedici o tesi al dimagrimento del paziente, per i quali, invece, non è previsto rimborso.
In questo modo i titolari della clinica privata avrebbero ottenuto sia il rimborso dalla Regione Calabria per l'intervento falsamente attestato che il prezzo dell'intervento effettivamente eseguito da parte del paziente.
Fra le persone indagate dal pm Pierpaolo Bruni nell'ambito dell'indagine sulla truffa al servizio sanitario nazionale che ruota attorno alla casa di cura privata Villa Giose di Crotone, figura anche Vincenzo Speziali, 35 anni, nativo di Melito Porto Salvo ma residente a Roma, accusato di tentata estorsione ai danni di Giovanni Ussia.
A causa delle gravi difficoltà economiche del titolare della clinica privata, Speziali, nell'ottobre scorso, avrebbe chiesto a Ussia il pagamento di una somma di danaro pari a 12 mila euro "quale corrispettivo per esercitare opera di pressione e convincimento nei confronti del Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, affinché quest'ultimo si adoperasse per interrompere il procedimento di revoca delle convenzioni tra la Regione Calabria e la clinica Villa Giose e quindi anche millantando del tutto indebitamente credito presso il predetto Presidente della Regione Calabria".
Lo stesso Speziali, inoltre, avrebbe minacciato di ritorsioni Umberto Conforto, attuale amministratore di Villa Giose, "qualora il Conforto non avesse adempiuto alle richieste dello Speziali".
Dagli atti dell'indagine sulla presunta truffa emergerebbe anche un passaggio di titoli per milioni di euro sui quali la Procura della Repubblica sta effettuando accertamenti. In particolare, ipotizza l'accusa, tre indagati avrebbero consegnato a Giovanni Ussia 5 milioni di euro in titoli-polizze assicurative Ina, "affinché l'Ussia procedesse al ripianamento delle perdite relative al bilancio dell'anno 2007 della casa di cura Villa Giose e sottoscrivesse quota parte del capitale sociale deliberato nel gennaio dell'anno 2009; Ussia in cambio avrebbe consegnato ai tre soggetti quale corrispettivo-garanzia un numero imprecisato di assegni”.