Cosenza. Ticket sanitari non riscossi, danno erariale da 11 milioni
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza hanno individuato un presunto danno erariale alle casse della sanità cosentina quantificato in 11 milioni di euro; contemporaneamente, sono stati segnalati alla Procura regionale della Corte dei conti 9 amministratori pubblici.
Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle e confluite nell’operazione denominata “Omnia Libera” avrebbero consentito di dimostrare come i conti della sanità calabrese, già fuori controllo sul versante delle uscite, versino in una situazione altrettanto grave dal punto di vista delle entrate. Gli investigatori hanno infatti indagato sui processi locali di riscossione dei ticket sanitari nel periodo dal 2010 al 2014, dovuti per prestazioni di pronto soccorso eseguite nei presidi ospedalieri dipendenti dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza nell’ultimo quinquennio.
I finanzieri hanno esaminato circa 610 mila prestazioni di pronto soccorso eseguite presso le strutture sanitarie. Esclusi i “codice rosso” e “codice giallo”, per i quali è prevista l’esenzione del ticket, gli investigatori hanno passato sotto la lente d’ingrandimento quelle meno gravi, cioè quelle che gli stessi sanitari in servizio presso il pronto soccorso hanno valutato con “codice verde” e “codice bianco”. Dalla verifica sarebbe emerso che solo il 5% degli utenti del pronto soccorso avrebbe pagato il ticket per le cure ricevute.
I finanzieri hanno quindi contestato delle omissioni da parte del management dell’Asp bruzia nell’attivare procedure sia di controllo degli introiti dei ticket, sia di riscossione e recupero delle somme spettanti e piuttosto rilevanti. Dal raffronto fra l’ammontare complessivo dei ticket dovuti dagli utenti e il totale incassato sarebbe emersa una differenza di oltre 11 milioni di euro, per la quale è stata trasmessa una “notitia damni” alla Procura Regionale della Corte dei Conti.
Anche questa operazione di servizio conferma la fondamentale importanza del ruolo istituzionale di Polizia Economico Finanziaria affidato alla Guardia di Finanza nel settore del controllo del bilancio dello Stato, “considerato che – affermano dalla Gdf - un corretto e appropriato uso delle risorse economiche disponibili consente di destinare maggiori risorse alle politiche di effettivo sostegno verso imprese e famiglie che si pongono in un contesto di regolarità”.