Contrade di Cosenza, 5 giorni senz’acqua. Spadafora (FI) scrive al sindaco
Da cinque giorni, gli abitanti delle contrade di Serra Sottana, Soprana e Timpone degli Ulivi, non hanno acqua potabile nelle loro abitazioni. E’ quanto denuncia il Consigliere Comunale di Palazzo dei Bruzi Francesco Spadafora che nella giornata odierna, ha inviato una lettera indirizzata al primo cittadino, Mario Occhiuto, nella quale si fa presente l’enorme disagio che, da cinque giorni, moltissime famiglie residenti nelle Contrade sopra indicate, si trovano ad affrontare.
Dalla missiva si apprende che il Consigliere Francesco Spadafora ha riferito al Sindaco che da notizie apprese, già nei giorni scorsi, dai tecnici comunali preposti, sembrerebbe che il problema è dovuto a causa di un guasto rilevato da personale della Sorical sull’acquedotto del Bufalo negli ultimi giorni dell’appena trascorso mese di Dicembre.
Lo stesso, nella qualità di Consigliere Comunale, ha tenuto a far sapere che i cittadini, non solo sono sconcertati e stanchi per lo scaricabarile messo in atto tra gli uffici comunali e la Sorical, società che gestisce gli impianti idrici della Regione Calabria, per ripristinare il servizio, ma in modo particolare sono esasperati per il fatto che non sanno più come cucinare, fare il bucato e quant’altro.
A tal proposito, ha sottolineato che le situazioni più critiche sono in quelle case dove vi sono bambini, disabili ed anziani non autosufficienti, i quali, com’è risaputo, hanno necessità di lavarsi spesso rispetto agli altri.
Infine, ha ritenuto necessario far presente al primo cittadino che tale situazione sta facendo patire agli abitanti di dette Contrade il freddo inclemente ed aggressivo di questi giorni, in quanto gli impianti di riscaldamento funzionano solo se è presente una pressione di acqua adeguata nei tubi.
Pertanto, il Consigliere Francesco Spadafora, ha chiesto l’intervento del Sindaco, Mario Occhiuto, affinché si attivi in tempi rapidi per ripristinare il servizio, rimarcando che non è assolutamente possibile privare i cittadini di un bene essenziale come l’acqua, sia per ragioni di igiene che di salute pubblica.