Chiusura uffici postali, Cisl: “Lavoratori in assemblea permanente”
Il sindacato dei lavoratori di Poste Italiane, aderenti alla Cisl , SLP –CISL, informa che nei prossimi giorni di questo mese gli uffici postali della regione saranno interessati da assemblee. Pertanto potrebbero verificarsi dei disagi nell’erogazione dei servizi, e per questo si scusa con la clientela. E’ opportuno però far conoscere che tali assemblee sono state programmate per informare i lavoratori sulle innumerevoli chiusure di uffici postali che interesseranno anche la nostra regione previsti dal piano industriale dell’Amministratore delegato di Poste Italiane.
Un piano che in Italia prevede la chiusura di 450 uffici postali e la riduzione delle aperture di altri 600. Purtroppo anche la Calabria non sarà esente da questi tagli, orientati solo al contenimento dei costi con ben 60 posti di lavoro e non ad un vero progetto di sviluppo aziendale. La chiusura riguarderà ben 22 uffici di cui molti in zone distanti da altri centri ovvero comunità servite dal servizio postale mentre, addirittura, saranno razionalizzati, ovvero chiusi per metà giorni della settimana ben 41 uffici di comuni medio piccoli con qualche caso anche di apertura per un solo giorno la settimana o, addirittura di un solo giorno al mese.
Nella riunione del 5 febbraio, in pieno “delirio iconoclasta” nel piano, è stata inserita persino la chiusura di una succursale storica di Cosenza, la n° 3 che non trova logica alcuna su altri territori nazionali.
“Questa politica miope avrà la conseguenza che alcune zone periferiche saranno private dell’unico punto di riferimento, rappresentato dall’Ufficio postale. Il SLP-CISL Calabria non condivide e non condividerà mai una politica aziendale che punta a smantellare e ridimensionare Poste Italiane con il solo obiettivo di fare cassa senza tenere conto ne di progetti volti allo sviluppo di servizi, ne tantomeno delle necessità delle comunità calabresi penalizzate già dalla inesistente presenza sociale di uno Stato distratto e da una politica attenta più alla spartizione delle poltrone che non alle vere e reali necessità di ciò che tenterebbero di rappresentare”.