Esposta in Provincia a Cosenza la gigantografia di Sakinèh

Cosenza Attualità

Il volto di Mohammadi Ashtiani Sakinèh, la donna condannata dal regime iraniano alla pena di morte per lapidazione, da oggi campeggia sulla facciata dell'antico e splendido Palazzo della Provincia di Cosenza di piazza XV Marzo attraverso una gigantografia con la scritta "Sakineh libera". Il Presidente Oliverio, fortemente sensibile alla mobilitazione internazionale e alla campagna promossa in tutto il mondo da movimenti, associazioni ed istituzioni, ha inteso evidenziare, attraverso questa iniziativa, l'adesione della popolazione e dell'intero territorio della provincia di Cosenza ad una campagna di indignazione e solidarietà in difesa della vita e della libertà di una donna condannata alla pena di morte per lapidazione da un fanatismo di regime disumano ed ingiustificabile. "Dobbiamo far sentire la nostra voce con grande forza - ha dichiarato il presidente Oliverio nel corso della cerimonia a cui ha partecipato, oltre agli operatori dell'informazione, anche un nutrito gruppo di cittadini- e ribellarci con determinazione contro un crimine così assurdo e inconcepibile. Una società libera, civile e democratica come la nostra non può tollerare in silenzio che una persona, una qualsiasi persona, donna o uomo che sia, a qualsiasi razza o religione appartenga, qualunque reato abbia commesso, venga sottoposta alla pena di morte per lapidazione, una pratica disumana ed assurda che viola i diritti fondamentali dell'uomo, di ogni uomo". L'immagine di Sakineh rimarrà esposta fino a quando la donna non sarà salva e libera. Non è la prima volta che la Provincia di Cosenza ed il suo presidente scendono in campo in difesa di quanti sono ingiustamente privati della libertà e dei diritti fondamentali dell'uomo. L'ultima battaglia risale alla campagna per la liberalizzazione della leader dell'opposizione colombiana Íngrid Betancourt rapita il 23 febbraio 2002 dalla guerriglia delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e liberata dalla prigionia il 2 luglio 2008, più di 6 anni dopo la data del sequestro.