Dimissioni “Casa dei vini”, Pacenza: “Auspico reazione della classe dirigente”
“Credo che tutto il mondo politico e istituzionale crotonese debba reagire, in qualche modo, davanti alle dimissioni presentate Gregorio Mungari Cotruzzolà e Salvatore De Biase dai rispettivi incarichi di presidente e consigliere del consiglio d'amministrazione dell'Enoteca regionale”. Così l’ex consigliere regionale Salvatore Pacenza dopo aver appreso della lettera di dimissioni inviata dai due esponenti del cda della "Casa dei Vini di Calabria" al presidente giunta regionale Mario Oliverio, al presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo e al direttore generale del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria Carmelo Salvino.
“Come sottolineato da Cotruzzolà e De Biase – spiega Pacenza – c’è innanzitutto un’ingerenza del Dipartimento al ramo che, attraverso una missiva inviata al consiglio d’amministrazione, ha invitato “a "sospendere tutti gli adempimenti inerenti l'allestimento e l'inaugurazione delle sedi di Cirò e Lamezia, della Casa dei vini di Calabria, in particolare spese per arredi e materiali, al fine di consentire alla nuova Amministrazione di prendere cognizione e decisioni in merito alle attività svolte e alla disposizione di quelle future".
A tal proposito va ricordato che la "Casa dei vini di Calabria" è un'associazione di diritto privato e, come tale, risponde ai suoi 46 soci. Così come segnalato dai due componenti del cda, al Dipartimento, viene affidata la sola "cura delle attività propedeutiche per la costituzione dell'Enoteca regionale, redigendo lo schema di atto costitutivo, di statuto, del regolamento di attuazione e del logo caratteristico".
Ma al di là dell’aspetto tecnico-burocratico che sta interessando questa vicenda, c’è poi anche un movente politico dietro il blocco delle attività dell’Enoteca regionale. Non dimentichiamo che l’attuale presidente Oliverio, proprio mentre si stava procedendo in Regione a consumare tutti i passaggi per istituzionalizzare la "Casa dei vini di Calabria", si affrettò ad avviare un’iniziativa del tutto similare a Cosenza.
Non è che il presidente Oliverio, oggi che ricopre la massima carica istituzionale Calabrese, intenderà delegittimare altri territori per “incoronare” la sua beneamata Cosenza? Sarebbe gravissimo, oltre che per lo sperpero di risorse, anche per segnale stantio che tale atteggiamento politico connoterebbe. Invito per tanto chi di competenza a valutare quanto dichiarato nelle loro lunga e dettagliata missiva da Cotruzzolà e De Biase per scongiurare che, il lavoro di anni, vada perso per inutili campanilismi e logiche di appartenenza politica”.