“La Calabria nella Preistoria”, l’archeologo Stranges domani al Pythagoras
Le nostre origini e la cultura primordiale della nostra regione, nella conferenza dal titolo “La Calabria nella Preistoria” che il Professor Sebastiano Stranges terrà martedì 24 marzo alle 21.00 al Planetarium Pythagoras.
Dopo lo straordinario successo di presenze, dovute all'eclissi parziale di sole dello scorso venerdì, continuano gli appuntamenti del ciclo di incontri “Astronomia non solo Astronomia” nella struttura provinciale di Via Salita Zerbi.
Il prof. Sebastiano Stranges, Ispettore Onorario del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, nutre per l’archeologia una grande passione, rivolta alla nostra regione con l’obiettivo di fare emergere i beni culturali, le risorse paesaggistiche, antropologiche e storico-culturali della Calabria.
L’esperienza di Stranges sul territorio ionico della provincia di Reggio inizia 35 anni fa assieme al dott. Luigi Saccà, con lo studio dei materiali litici del Paleolitico inferiore, rinvenuti su una collina di Palizzi, fino alla storia del Neolitico nella provincia di Reggio.
Le scoperte in particolare, riguardano un ampio periodo di tempo che consente di retrodatare la presenza umana in Calabria ad ottocentomila anni fa, con la presenza di manufatti riconducibili alle forme culturali di Aterien in Algeria: chopper, bulini, raschiatoi e punte ottenute su selci sia locali che di importazione.
Mentre in un altro sito è stata ritrovata una “punta musteriana” coeva della mandibola di un bambino di Neandertal scoperta a Reggio nei lavori di costruzione del tratto autostradale che arriva al porto. Il periodo che però ha restituito i più grandi siti preistorici è quello che dal Neolitico porta fino all’età dei metalli. A tale proposito sin dalle prime pubblicazioni dei siti preistorici, sono stati molti gli archeologi da tutte le parti del mondo a mostrare grande interesse dei risultati, tra questi il compianto prof. Santo Tinè dell’Università di Genova considerato tra i nomi più prestigiosi del secolo passato. Ora un gruppo di 20 università internazionali, guidati da una equipe dell’Università di Cambridge sta studiando i reperti fino ad ora ritrovati e conservati dal Museo Nazionale. Alcuni di questi reperti sono esposti presso il Museo di Reggio, Bova e Locri. I ritrovamenti fatti dai due studiosi, Stranges e Saccà, hanno consentito agli studiosi di mappare il territorio della costa ionica meridionale in un periodo che va dal Neolitico all’età del bronzo.
Il lavoro del professor Stranges è, dunque, testimonianza di una grande eccellenza calabrese, sia per il contributo scientifico dato nel panorama della ricerca internazionale, sia per la straordinaria opportunità di far conoscere il già importante patrimonio archeologico della nostra regione.
Al termine delle conferenza, seguirà, come di consueto, una breve visita al Planetario, e, se le condizioni metereologiche lo consentiranno, anche l’osservazione del cielo al telescopio a cura dello Staff.