Wanda Ferro: “Oliverio si faccia carico del problema delle Province”
“La Calabria è terra di innumerevoli problemi, certamente difficile da governare, e ciò richiede un impegno costante senza tentennamenti e perdite di tempo. A voler valutare questi primi mesi di attività risulta evidente che nonostante un consenso così ampio ed il mandato pieno dei calabresi che si sono recati alle urne, il governo regionale stia deludendo anche i più pessimisti, con un’azione inefficace e senza che si intravedano in prospettiva processi utili ad invertire la rotta”. È quanto afferma Wanda Ferro, vice coordinatrice di Forza Italia.
“Ci sono ritardi in ogni area strategica d’intervento, dalla sanità all’ambiente, dai settori produttivi al sociale, proprio mentre la nostra regione si accinge a vivere la nuova emergenza relativa al futuro delle province. La riforma Del Rio, come avevo più volte ribadito da presidente dell’UPI e della provincia di Catanzaro, si è confermata lacunosa, affrettata e figlia dall’ansia propagandistica che contrassegna il governo Renzi. Non ci sarà risparmio e non sarà razionalizzata la burocrazia complessiva dello Stato, ma i cittadini stanno già pagando in termini di servizi con una serie infinita di carenze che incideranno in maniera negativa anche sulle dichiarate prospettive di crescita o di ripresa.
In questi giorni persino nei talk-show, tra commentatori e politici responsabili di aver alimentato in passato l’idea dell’ente “inutile” come capro espiatorio da offrire alla folla urlante, si recitano i mea culpa per una riforma-non riforma che si trova in un vicolo cieco e per niente illuminato. E così, mentre il governo ritarda nel definire ipotesi comunque azzardate per rimediare agli errori commessi, mentre i presidenti (per la prima volta non legittimati dal voto popolare) si lasciano cadere addosso i problemi senza possibilità di intervenire, le scuole e le strade provinciali, i corsi d’acqua, la difesa del territorio e le tante funzioni da sempre strategiche per le nostre comunità, sono compromesse da tagli, improvvisazione, incertezze, con l’aggravante del rischio di una carenza decisionale e della perdita progressiva della determinante memoria storica. Ancor più gravemente pende su questo stato confusionale l’incertezza sul futuro dei dipendenti.
Ma se questa analisi riguarda l’intero territorio nazionale, una delle regioni che rischia di pagare il prezzo più alto è proprio la Calabria, terra contrassegnata da tanti problemi che non può guardare ad un futuro privo di funzioni così essenziali per una qualsivoglia prospettiva di sviluppo. E sul tema delle province il governo regionale calabrese è drammaticamente colpevole di immobilismo. Il governatore Oliverio, che conosce le province e con me ha intrapreso tante azioni sul passaggio di deleghe e funzioni verso i suoi predecessori Loiero e Scopelliti, deve farsi carico con urgenza e seriamente del problema, dovrà anticipare i tempi delle scelte e delle possibili contromisure, valutare criticità ed emergenze in modo permanente coinvolgendo i presidenti.
Attuare tutte le strategie necessarie per costruire il futuro del territorio ascoltando i sindaci ed interpretando la loro disponibilità ad un passaggio di deleghe che consenta, nell’immediato, quantomeno la gestione ordinaria delle funzioni, e che disperda le nubi inquietanti che si agitano sul futuro dei dipendenti. La drammatica situazione dei dipendenti della provincia di Vibo, che ha radici antiche e diverse ma che appartiene nella sua complessità alla vita stessa della nostra regione, anticipa problemi analoghi per le province consorelle, ma non sono da sottovalutare neanche situazioni come quella della società in house della provincia di Crotone, così come non possono essere trascurati tutti gli altri effetti diretti ed indiretti: la nostra terra, vittima di una disoccupazione lacerante, non è in grado di subire altre continue sofferenze.
Occorre impegno, occorre mettere per una volta insieme mano, mente e cuore, spendere le migliori energie per creare alternative prima ancora che la situazione sia oltre che drammatica, irrimediabile. Occorre lavorare giorno e notte, senza esitazioni e coinvolgendo le tante risorse potenziali a disposizione, alzare la voce con tono bipartisan verso il governo nazionale, dimenticando appartenenze politiche e incomprensioni, perché il futuro, a patto che lo si voglia, si può e di deve costruire nel miglior modo possibile”.