“Fabbriche” di immigrati per aggirare il decreto flussi, nove arresti

Calabria Cronaca

Oltre una ventina di province italiane, tra cui quelle calabresi di Reggio Calabria e Vibo Valentia, sono interessate dalle prime luci del giorno di oggi, da una vasta operazione contro l’immigrazione clandestina, con particolare riguardo alle falsità documentali connesse alle procedure di ingresso disciplinate dal cosiddetto decreto flussi.

Il blitz, coordinato dallo Sco, il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, ha portato, nel complesso, a controllare oltre 1300 stranieri e quasi 170 imprese, con l’arresto di nove persone che sono ora ricercate per vari reati.

La gestione delle pratiche

Nel corso dell’operazione è emerso che diversi gruppi criminali abbiano sfruttato i tentativi di centinaia di extracomunitari di entrare in Italia, offrendo agli stessi di regolarizzarli: che per ogni “pratica” gestita - evidentemente in modo irregolare - sarebbero stati richiesti compensi che oscillavano tra i mille e i cinquemila euro, il che avrebbe consentito guadagni considerevoli.

I documenti falsi

Tra i modi più diffusi c’era la falsificazione di documenti, ad esempio allegando alle istanze di ingresso dei falsi contratti di lavoro o delle altrettanto false attestazioni di soggiorno, oppure l’offerta di servizi di intermediazione illecita.

Le attività operative sono state precedute da accurate indagini, svolte dalle Squadre mobili su impulso dello Sco, che hanno consentito di individuare numerose anomalie nelle procedure di ingresso col decreto flussi.

L’operazione ad alto impatto

L’operazione, realizzata con modalità ad “alto impatto”, ha visto coinvolte le mobili di Bari, Bologna, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Foggia, Massa Carrara, Matera, Milano, Monza Brianza, Piacenza, Prato, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Savona, Taranto, Terni, Torino, Treviso, Vercelli, Vibo Valentia e Reggio Calabria, con il supporto dei Reparti prevenzione crimine e degli Uffici Immigrazione delle Questure interessate.