Lavoro: immigrati in nero; coinvolta anche la Calabria
La Guardia di finanza di Vicenza ha battezzato 'Ghost Enterprises' l'operazione coordinata dalla procura di Vicenza che ha portato alla luce un fenomeno di sfruttamento di lavoratori immigrati con l'uso anche di gps.
Dalle indagini, oltre a quella che gli stessi finanzieri hanno chiamato “la schiavitù del terzo millennio”, e' emersa una sistematica evasione fiscale, unita all'utilizzo di fatture false emesse da una ventina di società fittizie con sede in tutta Italia: 33 le province interessate, di 11 regioni tra cui Calabria e Sardegna.
Tra le accuse di cui dovranno rispondere questi 'imprenditori' asiatici c'e' anche quella di sfruttamento di lavoratori totalmente in nero e in molti casi anche di clandestini. Sotto l'attenzione delle fiamme gialle sono finite società cartiere, spesso intestate a persone ignare (tra cui una signora tedesca e uno chef indiano) coinvolte loro malgrado attraverso veri e propri furti d'identità. Si tratta di imprese sconosciute al fisco e che avendo sede in tutta Italia (33 province interessate di 11 regioni, tra cui Calabria e Sardegna) che sono state segnalate ai competenti reparti della Guardia di Finanza che ora procederanno con i ulteriori filoni di inchiesta nelle rispettive aree. Il recupero dell'imponibile sottratto alle casse dell'Erario e' stato quantificato complessivamente in 20 milioni di euro. L'azione della Gdf ha permesso anche i smascherare le responsabilità di alcuni italiani operanti nel settore che avevano promosso un sistema di frodi basato su un labirinto di subappalti. L'operazione e' stata agevolata anche dalla collaborazione non solo delle agenzie di pubblicità ma anche dai titolari di imprese che operano legalmente nel settore.