La messa degli artisti e la mostra croci contemporanee al soccorso

Reggio Calabria Tempo Libero

La Chiesa di Santa Maria del Divin Soccorso “tempio degli artisti e delle associazioni”. Questa l’impressione che si è avuta in occasione della Domenica delle Palme, che ha scandito il periodo liturgico della Santa Pasqua con la celebrazione promossa ormai da anni dall’Associazione culturale “Le Muse - Laboratorio delle Arti e delle Lettere” insieme a monsignor Giorgio Costantino che in quest’anno sociale hanno visto l’adesione del mondo dei club service Adisco e Fidapa. Una Santa Messa che si è aperta con il saluto dei presidenti del sodalizi Giuseppe Livoti e Franca Arena Tuccio.

Il presidente Muse Livoti, all’inizio della Santa Messa ha ricordato come il Soccorso è divenuto con il suo parroco Costantino, luogo crogiuolo di fede, cultura, arte essendo una realtà sempre aperta al dialogo con le associazioni ed ai loro messaggi. In questo contesto si inserisce la collettiva d’arte che si potrà vedere esposta per tutto il mese di aprile dedicata ai significati e significanti del mistero della croce.

“L’uomo dei dolori - dice Livoti - è trasfigurato, trasformato. Trafitto e schiacciato dall’uomo ma che ha sopportato il dolore. La collettiva d’arte ha dimostrato una umanizzazione del divino come lo si evince nei paesaggi d’anima stilizzati di Nello Cuzzola in cui emerge la resurrezione come elemento simbolico o la croce, rivisitazione della tecnica della tessitura per Antonella Laganà in cui piccole trame rubino identificano il dolore universale, il Cristo risorto per Domenico De Lorenzo è uomo vittorioso sul male, ed ancora i volti trasformati per Renato Amodeo in cui l’universalizzazione del dramma umano si inserisce nelle vicende divine; Pino Gattuso manipola gessi patinati con elementi di recupero in immagini impresse e stiacciate in mistiche vedute, Giovanna Tripodi identifica nella nascita -l’elemento croce- come simbolo di ciò che avverrà, mentre per Fortunato Costantino la croce è iconografia sacra e divina così come lo è per Don Rogolino che ha realizzato un crocifisso bronzeo divenuto croce portante e dolore gestuale”.

Franca Arena Tuccio ha spiegato il senso delle associazioni Adisco e Fidapa, il valore della vita e della sperimentazione per il sodalizio che si occupa dal 1995 della promozione della donazione del cordone ombelicale in Italia, sangue ricco di cellule staminali capaci di ricostruire la funzione emopoietica (produzione degli elementi del sangue quali globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).

Una celebrazione scandita dai canti del Coro delle Muse diretto dal Maestro Enza Cuzzola con un repertorio di brani del Maestro Frisina, e momenti scanditi alla tastiera dal Maestro Domenico Autelitano. Una celebrazione animata da tutti i soci delle associazioni presenti: dalle letture alla processione offertoriale in cui visto il momento precario della nostra città, molti doni sono stati consegnati per la Casa Accoglienza di via Sbarre Inferiori, istituto che ogni giorno ospita famiglie in difficoltà e giovani uomini e donne che cercano un conforto affettivo.

“Voi siete parte attiva della comunità” così ha ribadito - Monsignor Giorgio Costantino durante l’omelia-siete parte integrante della celebrazione, non un semplice pubblico passivo, ma un pubblico del fare. Occorre non essere più inattivi in questa città e voi dimostrate con il vostro essere parte dinamica e le vostre programmazioni annuali, che Reggio ancora può contare sull’unione di ideali e di momenti valoriali come questo che interrompe il caos della vita moderna”.

“Dio ha sacrificato il proprio Figlio per noi, dobbiamo annullare il senso del vangelo in cui l’urlo “crocifiggilo crocifiggilo”, affermazione fatta dai sacerdoti e dalle guardie a Ponzio Pilato è l’ atteggiamento che ha alterato il senso del vissuto dell’umanità intera.

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