Fusione piccoli Comuni, nell’Alto jonio è rivolta contro la legge Del Rio

Cosenza Cronaca Pino La Rocca

Rivolta dei piccoli comuni contro l’accorpamento coatto: in prima fila ci sono i piccoli comuni dell’Alto Jonio gelosi della propria identità, della propria storia e del proprio campanile. Parola del sindaco di Castroregio Antonio Santagada quale componente del direttivo nazionale dell’Anpci (l’associazione nazionale piccoli Comuni d’Italia) che lungo lo Stivale sono circa 6 mila.

Sul tavolo degli imputati c’è la cosiddetta “legge Del Rio” che prevede la fusione coatta dei comuni sotto i 5mila abitanti, o sotto i 3mila abitanti se appartenenti o appartenuti a Comunità Montane. L’applicazione della legge, che doveva essere attuata entro dicembre 2014, è slittata a gennaio 2016 «ma noi - sostiene il dottor Santagada a nome dei sindaci dei piccoli comuni che nell’Alto Jonio sono oltre una decina - non vogliamo farci trovare impreparati e se non ci sarà un ripensamento da parte del Governo, siamo pronti a scendere in piazza. E’ inutile infatti andare avanti con le proroghe: noi ribadiamo seccamente il nostro “no” ad una riforma che riteniamo pasticciata e gravemente lesiva dell’autonomia dei comuni».

La fusione, secondo il primo cittadino del piccolo centro albanofono, porterebbe alla centralizzazione decisionale, alla perdita dell’identità e dell’appartenenza insieme al patrimonio dei valori condivisi, la perdita della rappresentanza politica e la scomparsa del municipio come valore storico-identitario. Carte alla mano i sindaci dei piccoli comuni sono pronti a dimostrare che non è affatto vero che con la fusione diminuiscono le spese.

«Noi vogliamo essere ascoltati per chiedere che la norma venga applicata su base volontaria, e non obbligatoria, anche in virtù del fatto che i risparmi annunciati in realtà non esistono. Vogliamo insomma poter dire la nostra – continua Santagada come un fiume in piena e critico anche contro l’abolizione delle Province - altrimenti siamo pronti a marciare verso Palazzo Chigi con tutti i nostri cittadini perché la legge-Del Rio non rispetta la libertà dei comuni prevista dalla Costituzione e il principio di sussidiarietà».