Intimidazioni. Oliverio: “No a rappresentazioni istituzioni come luoghi di collusione”
“Il problema non è sottrarre alle istituzioni locali i propri compiti. Sarebbe come dire che di esse non si ha più fiducia. Il problema, invece, è come sostenerle nella loro azione, come accrescere nei loro confronti la fiducia e rendere più efficace la loro operatività”. E’ quanto ha affermato il presidente della Regione Mario Oliverio, riprendendo il tema affrontato nel discorso pronunciato ieri a Palazzo Madama in occasione della presentazione della relazione conclusiva della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali, presieduta dalla senatrice Doris Lo Moro.
“Lo dico - ha proseguito Oliverio - come uomo del Sud: non condivido affatto l’idea fortemente negativa che consegna degli enti locali una immagine di luogo di collusione.
Dei 132 omicidi censiti dalla Commissione ben 96 si sono verificati negli ultimi 40 anni a danno di amministratori locali della Calabria, della Sicilia e della Campania.
Leggendo l’elenco dei tanti amministratori uccisi credo sia giusto additare anche molti di loro come esempio di coraggio e integrità. Il loro sacrificio ci permette di liberare le istituzioni locali da una connotazione simbolica negativa che sembrano avere assunto per colpa di quegli amministratori complici, implicati in torbide vicende di mafia o di malaffare.
Non è più possibile lasciare alla stanca ritualità migliaia di casi di attentati agli amministratori che, nonostante tutto, continuano a rimanere al proprio posto anche quando mettono a rischio la loro incolumità personale per rappresentare degnamente le loro comunità”.
“Anche per questo –ha aggiunto il presidente della Giunta regionale- siamo già impegnati su questo versante a rafforzare il ruolo della Regione nel compito di ricollocare la funzione dei Comuni calabresi, ripensando il sistema delle funzioni, tenendo conto della peculiarità dei nostri Comuni, della loro dimensione, delle loro difficoltà, ma anche delle loro potenzialità. In ogni caso non possiamo ignorare, e anche la relazione lo sottolinea, che la Calabria dal 2009 si conferma ininterrottamente la regione con il più alto numero di scioglimenti di consigli comunali per infiltrazioni mafiose e anche il 2015 è iniziato con due consigli sciolti. Su questo versante è evidente la necessità di una attenta riflessione sulla esperienza di questi anni per pervenire ad un adeguamento legislativo ed alla definizione di strumenti che consentano un più efficace contrasto al fenomeno delle infiltrazioni e dei condizionamenti mafiosi nelle amministrazioni locali”.
“Da amministratore del Sud, infine -ha concluso Oliverio- non posso non sottolineare il dato che ci offre la relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta. Non aiuta che in Emilia Romagna ci siano più stazioni dei carabinieri che comuni, mentre in Calabria il 20% del territorio non ha presenze fisse di forze dell’ordine, così come fa male sentire ribadire dalla viva voce dei magistrati il pauroso scoperto di organico che contraddistingue la Calabria da tutti indicata come sede della più potente organizzazione criminale. Non è un buon segnale. Per questo è necessario, lo ripeto, che ciascuno faccia la sua parte”.