Inaugurata a Reggio Calabria la mostra “Il Tempo del Bel vestire”
E’ stata inaugurata con il taglio del nastro affidato alla signora Mirella Travia Muscari Tomajoli la mostra “Il Tempo del Bel vestire” evento che per gli Stati Generali della Cultura sta animando gli spazi di Palazzo Muscari già Casa Scordino.
Una serata che ha avuto un grande partecipazione di pubblico e di curiosi immersi per l’occasione nel mondo della moda e del costume.
“Una occasione unica - ha commentato in apertura Giuseppe Livoti – presidente Muse-per vedere alcuni spazi del palazzo e riunire tradizioni popolari collegati ai disegni per tessuto elaborate da abili mani tra fine 800 e inizi del ‘900, raccolti dalla sapiente ricerca di Antonella Laganà una delle pochissime esperte del tessuto calabrese.
Crediamo anche noi – continua Livoti - nella scelta del nostro assessore provinciale alla cultura dott. Lamberti Castronuovo: insieme la città cresce e non a caso l’incontro con l’archivio di stato fa parte di un rapporto diretto con le istituzioni.”
Ed ancora il saluto della direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria la quale ha ribadito, come oggi il pubblico ed il privato si devono unire per creare incontri di promozione come questo. Anche dalle carte d’archivio esposte si evincono varie indicazioni storiche: dalla pianta di fine settecento del comprensorio della Piana di Gioia con zone lacustri dove veniva coltivata la canapa ed il lino, alla Filanda Hallam (dal nome della personalità inglese arrivato a Villa San Giovanni per aprire tale struttura) ed ancora il quadro prospettico delle lavoranti presso le Filande di Villa San Giovanni e Cannitello, esemplificative della diffusione e lavorazione industriale del filo del baco nel 1850. Tra i documenti esposti il diploma per un premio ricevuto da Antonio Plutino ad una esposizione internazionale come riconoscimento per la qualità della seta esposta.
Ed ancora gli abiti della Collezione Pietrogrande Manganella appartenuti a Pia Volpe Pietrogrande tra paillette, pietre dure, giaietti, disegni in cordoncino e perline, velluti, abiti importati da Parigi dalla moglie del generale Aurelio Bondi per partecipare a brillanti ricevimenti di circoli ufficiali della città di Bologna. Gli abiti esposti dimostrano la tipica linea a S tipica del passaggio tra i due secoli. Inoltre si possono vedere decorazioni per acconciature, piume e spilloni oltre al particolare –uccello di paradiso nero- utilizzato per comporre le acconciatura.
L’architetto Stefano Muscari Tomajoli ha infine commentato le tecniche di costruzione dell’edificio opera dello studio Zerbi Pertini Marzatz con richiami alla cultura eclettica, dai pavimenti in graniglia a tappeto, ai decori della facciata. La serata è stata animata dal Coro delle Muse diretto dal maestro Enza Cuzzola con arie estrapolate dal grande compositore Leoncavallo. La mostra sarà visibile a Palazzo Muscari fino a domani domenica 26 aprile mentre da lunedi sarà trasferita presso gli spazi della sede dell’Archivio di Stato di via Casalotto.