Crosia, convegno su educazione musicale e formazione dell’individuo
L’Istituto musicale “Donizetti” di Mirto Crosia fucina di cultura. Ancora una volta la struttura guidata dal direttore Giuseppe Greco è riuscita a proporre un’azione formativa di grande valenza. Si è trattato di un convegno su “L’educazione musicale e la sua funzione come istituzione di stato”. Ampia la partecipazione di pubblico. Tutto esaurito al palateatro comunale. La folta platea, composta, anche, da dirigenti scolastici, docenti, maestri di musica, ha seguito con grande interesse i lavori che si sono protratti fino alle 9 di sera. Di ampio spessore culturale le relazioni degli illustri ospiti giunti appositamente nella cittadina ionica.
I lavori sono stati introdotti e coordinati dal sociologo e giornalista Antonio Iapichino, il quale ha messo in risalto l’importanza della musica nella formazione dell’individuo. Ha sottolineato che la musica aiuta l’autostima, favorisce lo sviluppo della fantasia e della creatività, aiuta a socializzare attraverso l’ascolto di sé e degli altri. La musica aiuta a comunicare. Il moderatore, inoltre, ha effettuato un excursus selle attività che svolge il “Donizetti” di Mirto nell’arco dell’anno: una realtà divenuta nel territorio centro propulsore per la crescita socio culturale, della zona in cui opera quotidianamente, oltre, ovviamente, che per la formazione musicale dei suoi allievi. In segreteria continuano ad arrivare numerose richieste di iscrizione, anche, per i corsi pre accademici 2015-2016.
Il direttore della struttura organizzatrice, Giuseppe Greco, nel salutare gli esimi ospiti, ha evidenziato che in questo territorio si sta registrando un continuo depauperamento. Ha messo in risalto che la musica unisce. "Dal 2006 - ha detto testualmente Greco - stiamo portando avanti un progetto che ha determinato la possibilità di fare “gruppo” con tutti coloro che amano la musica. Il direttore del Donizetti, inoltre, ha riferito l’esperienza che sta rewalizzando nel carcere di Rossano, insieme ad alcuni maestri della scuola. Lezioni settimanali ai detenuti, dedicate allo studio della teoria musicale e alla pratica di uno strumento.
L’ispettore emerito del Ministro della Pubblica istruzione Università e ricerca, Francesco Fusca, ha tenuto una relazione sull’”educazione musicale nella scuola italiana. La formazione armonica della personalità umana”. Ha esordito con alcune considerazioni: "Nella scuola italiana c’è poca musica, poca arte. Queste discipline non sono di Serie B". Lo stesso Fusca ha sottolineato che la musica “affraterna”. I musicisti non pianificano la guerra. Ha lanciato degli input, anche, sull’organizzazione della scuola: non necessariamente bisogna iniziare la giornata scolastica con discipline come l’italiano. Ha spiegato che la musica ha un fondamento scientifico. Ha cercato di dare risposte concrete a mille quesiti che egli stesso ha posto alla platea, del tipo: Quale musica conoscono e fanno i ragazzi? Cosa portano a scuola quando si studia la (poca!) musica? Cosa pensano i genitori? Ha stigmatizzato alcune scelte operate in passato da parte dei governanti. "Male hanno fatto e male fanno i ‘politici’, che hanno governato e che governano lo Stato italiano, a non tenere nella dovuta alta qualitativa considerazione la musica: una disciplina fondamentale per lo sviluppo e la maturazione delle personalità libere, colte, e civili degli studenti".
Durante la manifestazione sono state esposte opere pittoriche e scultoree di due artisti: Anna Manna, pittrice e scrittrice e Marco Carellario, medico di professione e scultore per passione. La dottoressa Manna, ha evidenziato che la musica è un mezzo efficace per favorire la comunicazione. Non ha bisogno di traduzioni per essere capita. E’ uno degli strumenti più potenti per esprimere ciò che si prova.
La componente della Direzione nazionale Pari opportunità del Miur, Bruna Filippone, ha relazionato sul tema “La donna e la musica”. Citando il Vasari ha detto che troviamo alcuni riferimenti sulle donne nell’arte. "Uno in particolare dice che la donna è soggetto di ispirazione per il linguaggio dell’arte: mente, corpo, spirito, passione, sentimento, dolcezza, femminilità, amor sacro, amor profano". Il suo intervento è stato un ‘viaggio’ nel vissuto infinito della donna: donna dentro la storia, nel mito, nella leggenda nel meraviglioso linguaggio della musica. Ha fatto cenno alla letteratura egizia, ricca di riferimenti musicali che riguardano le donne. Un riferimento al mondo classico dei greci. Ha citato Platone: “La musica diventa la parte principale dell’educazione perché il ritmo e l’armonia sono particolarmente adatte a penetrare l’animo”. Ha concluso con un ricco excursus, sul rapporto della donna con la musica nel corso dei secoli e delle varie epoche storiche.
Il direttore emerito del Conservatorio “Torrefranca” di Vibo Valentia, Antonella Barbarossa ha proposto all’interessata platea una relazione su “Platone promotore di una moderna buona musica nella formazione”. Ha avviato il suo intervento con una riflessione di Papa Francesco”Amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre”. Ha spiegato che nell’antichità greca ci si poneva il problema dell’iniziazione dei cittadini alla contemplazione della bellezza quale espressione del bene da trasmettere all’anima.
Ha messo in risalto che per il filosofo Platone, l’educazione musicale è improvvisata per il bambino appena nato. Si tratta principalmente di abituare il bambino a vedere nel bello e nel bene un’unica realtà. Platone presenta delle regole nella Repubblica e nelle leggi: il bambino dovrà sentirsi istintivamente attirato dalla bellezza, mentre di fronte al brutto dovrà provare repulsione immediata. Esiste per Platone un’arte corretta e un’arte scorretta. Socrate, invece, riteneva che ogni individuo può conoscere se stesso tramite un retto ragionamento. In tal senso la dottoressa Barbarossa ha considerato l’insegnante come colui che aiuta l’allievo a partorire i suoi pensieri in maniera sana. A giudizio della Barbarossa "la scuola deve incoraggiare il pensiero, ovvero, la piacevole ricerca della conoscenza e non trasmettere soltanto dati puramente nozionistici".
Il ‘Provveditore’ agli studi di Cosenza, Luciano Greco, ha iniziato la sua disquisizione affermando che la musica fa parte della vita. Un tema trascurato nel passato. Ha evidenziato che l’Italia ha prodotto eccellenze mondiali nel campo musicale. A suo giudizio a questa disciplina non è stata data l’importanza che merita. Ha messo in evidenza che attualmente le risorse finanziarie non consentono di realizzare delle iniziative che facciano accendere una scintilla fra i giovani. La scuola, che non può e non deve essere ‘noiosa’, deve prendere nella massima considerazione la musica. "Dove c’è la musica - ha detto il dottore Greco - c’è il seme per un futuro migliore".
La musica è un’arte che consente di suscitare nei ragazzi particolari emozioni. Interessi verso percorsi nuovi e verso continue opportunità. Al ‘provveditore’ di Cosenza non sono mancate parole di apprezzamento verso l’Istituto musicale “Donizetti” di Mirto Crosia. Una realtà in cui si effettua formazione ed educazione dei discenti. Durante il convegno vari momenti musicali sono stati curati dal locale Complesso bandistico “G. Puccini”, diretto dal maestro Salvatore Mazzei.