Settore socio assistenziale, proclamato stato di agitazione
Le associazioni Uneba, Aiop, Anaste, Aris, Agidae, Confapi, Confcooperative-Federsolidarietà, Coordinamento dei servizi per minori e Legacoopsociali si sono riunite "per discutere della grave situazione che - spiega una nota - investe il settore sociosanitario e socioassistenziale. Durante la riunione - si legge in una nota - sono emerse molteplici criticità, fra le quali si evidenziano: assenza di programmazione tesa a migliorare l'organizzazione dei servizi per mancata adozione del Nuovo Piano Sociale Regionale, e di conseguenza mancata analisi del fabbisogno, dell'attuazione dei Piani di Zona, dell'organizzazione degli Uffici di Piano, nonche' del riordino della rete territoriale socio-sanitaria; silenzio delle Istituzioni sulle analisi di proposte condivise, con conseguente forte ritardo sui tempi di attuazione delle linee guida per una programmazione che avrebbe dovuto essere concertata, come anticipato durante l'unico incontro del tavolo tecnico avvenuto lo scorso 27 marzo; riduzione, tramite il collegato alla manovra finanziaria approvato a fine aprile, dei fondi per l'acquisto delle prestazioni che, unitamente al grave ritardo nei pagamenti, determinerà la chiusura dei servizi, sia nel comparto socio-sanitario che socio-assistenziale, entro il mese di giugno".
Pertanto, le associazioni hanno comunicato "l'inizio dello stato di agitazione regionale che interessa - si fa rilevare - circa 700 strutture tra socio-sanitarie e socio-assistenziali, che ospitano 15.000 utenti e occupano 10.000 operatori.
Ove dovessero continuare a mancare le risposte concrete e positive sulle criticità evidenziate, lo stato di agitazione regionale - affermano le associazioni - si concretizzerà, alla fine del corrente mese, in una manifestazione generale che coinvolgerà tutte le associazioni firmatarie, del settore socio-sanitario e socio-assistenziale, oltre ai rappresentanti dell'utenza e dei lavoratori e chiusura dei servizi al 30 giugno 2015".