Un arresto per stalking a Rende
Un uomo è stato arrestato a Rende per atti persecutori e minacce. Il tutto è iniziato lo scorso 11 marzo, quando presso la stazione di Rende, una donna di 26 anni del posto, una casalinga nubile, ha presentato querela a carico di F.C., di Cosenza, 30enne residente a Rende, celibe censurato, per atti persecutori risalenti all’ottobre 2013 e conistiti in minacce verbali, danneggiamenti all’auto e all’interno del condominio dove abita la presunta vittima, anche con l'incendio di materiale di risulta.
Il 24 aprile socrso, alle 6, a Rende, in via fratelli Bandiera, i militari della radiomobile sono intervenuti per un incendio appiccato alle 3 di notte in un androne di un altro condominio il che ha provocato il danneggiamento delle cassette della posta, dell'impianto elettrico del condominio, del rivestimento della porta dell’ascensore, e l'annerimento delle pareti oltre a danneggiare anche il soffitto in cartongesso.
Nel corso del sopralluogo, venne stato rinvenuto il cellulare di F.C. che, rintracciato, ha ammesso di essere l’autore dell’incendio, riferendo di aver agito senza motivo in quanto ubriaco. Dall’analisi del cellulare i militari hanno appurato che l'uomo avrebbe continuato a molestare la donna e avrebbe compiuto delle ricerche su internet sull’amministratore del condominio dato alle fiamme.
Infine, il 27 maggio, alle 20,45, a Cosenza, i carabinieri hanno arrestato, sottoponendolo ai domiciliari, F.C., in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa lo stesso giorno dal tribunale di Cosenza (ufficio Gip), con l'accusa di atti persecutori ed in sostituzione dell’ordinanza di divieto di avvicinamento alla parte offesa, emessa a sua volta il 2 aprile, poiché l'uono ha violato le prescrizioni del divieto e ha reiterato le molestie telefoniche e i tentativi di approccio ai danni della vittima.
Il 24 aprile avrebbe difatti appiccato l’incendio al condominio per vendicarsi dell’amministratore che aveva fornito una testimonianza degli atti persecutori ai danni della donna, testimonianza risultata determinante per l’emissione del divieto di avvicinamento.