Amici della Terra: partire dagli orti urbani per una politica ambientalista

Reggio Calabria Attualità
Francesco Paolo Rizzi

“Quando si parla di difesa dell’ambiente non possono esistere gelosie miopi o piccoli interessi di bottega, come purtroppo si registra spesso nel variegato mondo delle associazioni ambientaliste. E allora, quando parte un’iniziativa condivisibile, come quella degli orti urbani lanciata da Italia Nostra, onestà intellettuale vuole che le associazioni che hanno davvero a cuore la tutela dell’ambiente facciano fronte comune e plaudano”.

È quanto si auspica in una nota stampa il Club di Reggio Calabria di Amici della Terra, attraverso il proprio portavoce, Francesco Paolo Rizzi, che coglie anche l’occasione per esprimere le proprie congratulazioni sia ad Angela Martino, presidente della sezione reggina di Italia Nostra, sia all’Amministrazione Comunale, nella persona dell’assessore Zimbalatti, per l’avvio di “un percorso di grande interesse”.

“E’ sicuramente da perseguire - aggiunge Rizzi - con la collaborazione di tutti, l’idea di valorizzare le aree marginali o dismesse, realizzandovi o conservando orti, cioè aree nelle quali riattivare e intensificare la coltivazione: soprattutto se per recuperare specie vegetali in via d’estinzione o contribuire al sostegno delle persone o famiglie più bisognose. Ma anche uno strumento attraverso il quale i cittadini possono riappropriarsi degli spazi verdi e gestirli, con l’obiettivo della socializzazione attraverso una agricoltura sostenibile praticata in comune e, così facendo, operare anche per riqualificare aree degradate delle immediate periferie cittadine, come dice la professoressa Martino”.

Anche il metodo appare convincente al portavoce di Amici della Terra, cioè “partire preliminarmente - spiega - dal censimento delle aree disponibili intorno alle quali costruire poi un vero e proprio programma d’azione e di sviluppo. In tutta onestà, meno convincente – aggiunge però Rizzi - appare l’ipotesi di destinare l’area dell’ex Fiera Campionaria di Pentimele a parco urbano: si tratta di un’area che certamente deve rispondere a bisogni collettivi, ma per le sue peculiarità, sarebbe necessario individuare con maggiore oculatezza la destinazione ideale in relazione alle sue caratteristiche topografiche e morfologiche e alle grandi potenzialità. Su tutto ciò occorre avviare rapidamente un confronto serio e approfondito, che consenta di individuare destinazioni capaci di coniugare la pubblica utilità con le ipotesi di benessere, vivibilità e sviluppo per Reggio”.

L’esigenza di incrementare la dotazione di verde della città non può che trovare concorde Amici della Terra, che propone di utilizzare i princìpi della perequazione urbanistica per realizzare il parco urbano della Collina di Pentimele.

Il portavoce sostiene, in tal senso, che “La situazione è drammatica: il tanto strombazzato Parco, che dovrebbe avere, nelle intenzioni di alcuni sedicenti ambientalisti, l’estensione di 250 ettari, in realtà al momento può contare su appena 25 ettari: a tanto ammonta, all’incirca, la superficie di proprietà comunale! Il resto è di proprietà privata e non ci sembra che le casse comunali rendano realistica l’ipotesi di un esproprio generalizzato: sono gli effetti perversi di chi sbandiera il vessillo della sostenibilità ambientale senza porsi il problema della fattibilità delle idee e delle “coperture economiche”, della vera sostenibilità che concilia la dimensione ambientale con quella economica e con quella sociale”.

Amici della Terra ritiene con convinzione che al più presto “debba essere messa a punto una serie di programmi integrati di riqualificazione delle periferie, che abbiano tra i propri obiettivi anche l’incremento della dotazione di verde, nonché la cura e protezione di quello che c’è. Lo strumento a disposizione per superare le difficoltà economiche esiste già, sono i princìpi della perequazione urbanistica (in questo caso sarebbe più corretto parlare di compensazione): per pagare le aree da destinare a parco, vengono concessi diritti edificatori da utilizzare nelle cosiddette aree di atterraggio, cioè zone nelle quali intensificare l’edificazione, per ottimizzare l’uso delle urbanizzazioni già esistenti e ridurre anche, così, il consumo indiscriminato di suolo agricolo”

Tanto per la realizzazione del progetto orti urbani, che per la messa a punto dei programmi di riqualificazione delle periferie, Amici della Terra è aperta a forme di collaborazione e confronto “con tutti i soggetti realmente interessati”.