Sociale e terzo settore calabrese scendono in piazza
“Sono a rischio diritti minimi di cittadinanza, a partire dalle fasce più deboli e fragili della società. La Calabria è l’unica regione, in Italia, dove non ha mai trovato completa attuazione la L.328/00. E’ l’unica regione, in Italia, dove è totalmente assente una programmazione che parta dai reali bisogni dei cittadini. E’ la regione dove la quota sociale pro capite è più bassa in assoluta (27 euro contro una media nazionale di oltre 110 euro), dove non esiste una rete territoriale di prossimità, dove sono totalmente insufficienti le risposte ai livelli essenziali di bisogni”.
Questa la denuncia delle Sigle rappresentative Uneba, Aris, Anaste, Aias, Agidae, Legacoopsociali, Confapi, Federsolidarietà e Coordianmento Servizi per i minori che ribadiscono come “afronte di tale situazione, storicamente deficitaria, ci troviamo oggi di fronte – dicono - ad un inaccettabile ritardo nella erogazione delle spettanze dovute alle organizzazioni che gestiscono i servizi socio assistenziali”.
Si parla, in particolare di quasi 400 servizi che si occupano di 10 mila persone tra le più fragili e svantaggiate (anziani, minori, persone con disabilità) grazie al lavoro di circa 4 mila operatori che, nonostante le difficoltà ed i ritardi, ogni giorno continuano con grande responsabilità a fare il proprio dovere.
“Le strutture che in questi anni hanno garantito, tra enormi difficoltà e con rette totalmente inadeguate, la sopravvivenza dei servizi minimi – aggiungono i sindacati - sono ormai in ginocchio, schiacciate dai debiti nei confronti degli operatori (che non percepiscono lo stipendio da diversi mesi) e dei fornitori, a fronte di crediti nei confronti della Regione risalenti, per alcuni casi, a più di 12 mensilità. Ora è giunto il momento di dire basta! E’ giunto il momento di scendere in piazza per ribadire che i diritti dei cittadini, a partire da quelli più deboli, non sono trattabili!”. “Siamo stanchi – concludono le Sigle - di essere cittadini di serie B, siamo stanchi di accettare che in Calabria la Costituzione non abbia lo stesso peso che nel resto del Paese”.
Per tali questi motivi le Associazioni di rappresentanza hanno deciso di scendere in piazza per chiedere l’immediato pagamento alle strutture socio assistenziali dei crediti pregressi 2014 ed un congruo acconto per il 2015. Il prossimo 10 giugno, a partire dalle 10,30, di fronte all’Assessorato alle Politiche Sociali di via Lucrezia della Valle a Catanzaro, le associazioni e gli operatori dei servizi di ritroveranno per ribadire “che i diritti dei più fragili e dei più deboli non sono trattabili”.