Religione: Ciancio, “Pessimismo sul riconoscimento ecclesiale di Medjugorje”

Catanzaro Attualità

“È difficile che Papa Francesco possa pronunciarsi favorevolmente su Medjugorje” - è quanto dichiara il giovane esponente del mondo cattolico calabrese Sebastian Ciancio, già Presidente degli universitari cattolici di Catanzaro, giurista e da tempo devoto alla Madonna di Medjugorie.

Papa Francesco, durante la messa presieduta ieri a Santa Marta, ha lasciato intuire una netta chiusura vaticana sulle controverse apparizioni di Medjugorje. Senza giri di parole, - afferma Ciancio- Francesco ha criticato coloro che hanno “sempre bisogno di novità dell'identità cristiana" e hanno "dimenticato che sono stati scelti, unti", che "hanno la garanzia dello Spirito". Negando l'esistenza di possibili emissari di Maria (e non è la prima volta dall'inizio del Suo Pontificato), ha specificato che l'ultima parola di Dio si chiama “Gesu e niente di più". Insomma tutti indizi che mi inducono a guardare con pessimismo al riconoscimento ecclesiale di Medjugorje!”

In attesa del pronunciamento finale del Vaticano sulle apparizioni mariane che dal 1981 si verificherebbero a sei veggenti nella Bosnia Erzegovina, del verdetto della Congregazione per la dottrina della fede,che dovrebbe arrivare a breve, bisogna prendere atto – sostiene l’esponente cattolico - che la posizione di Francesco non è di apertura.”

"Il Papa non lasci sola Medjugorje, la protegga, so che ce l'ha nel cuore". E' l'appello di Paolo Brosio, giUna decisione che - come assicurato da papa Francesco di ritorno da Sarajevo - arriverà a breve. "Io non mi fido della Congregazione per la dottrina della fede, mi fido invece dei lavori svolti dal cardinal Ruini - sottolinea Brosio all'Adnkronos - Sono certo che entro la fine del mese si arriverà a una definizione".

Brosio azzarda l'ipotesi "che Medjugorje verrà riconosciuta come luogo di culto e di preghiera indipendentemente dalla veridicità della apparizioni e della vita dei veggenti". D'altronde, sostiene il giornalista, "il luogo è stato scelto da Dio come luogo santo e lo si vede dai frutti". Circa 1.800.000 persone, il 60% italiani, ogni anno si recano a Medjugorje.

"Ruini per tre anni e mezzo ha lavorato sul caso Medjugorje, consegnando le carte nel gennaio 2014 - ricorda Brosio -. Le sue conclusioni - ho le mie fonti - sono positive. Mi domando perché la Congregazione per la dottrina della fede non legge le sue carte? In 18 mesi il cardinale Müller non ha fatto nulla, da lui nessuna decisione, si è solo limitato a bloccare i gruppi di preghiera ispirati a Medjugorje, in periodo di crisi spirituale".

Il giornalista si riferisce all'ultimo caso a Sestola, uno dei tanti. "La Congregazione per la dottrina della fede - dice Brosio - ha impedito un incontro di preghiera a Sestola con la veggente di Medjugorje: il 20 giugno, 5.000 persone sarebbero dovute andare all'incontro, autorizzato già da due anni, ma una lettera del prefetto della Congregazione, il cardinale Müller, ha bloccato tutto impedendo alla gente di pregare. Da un cardinale ti aspetti il contrario". Quindi, aggiunge il giornalista, "fino a che non si prenderanno decisioni su Medjugorje, sanando le spaccature interne alla Chiesa e arrivando a una linea comune, vivremo questa assurda situazione".

L'auspicio di Brosio è che una volta che Medjugorje sia riconosciuto come luogo di culto dal Vaticano "venga poi affidato ai francescani minori. Mi auguro anche - conclude il giornalista - che la sua giurisdizione non dipenda più dal vescovo della diocesi di Mostar perché lui è stato sempre contro Medjugorje".