Stupefacenti: per la Consulta scriminate 500 sostanze, tra queste il nandrolone
“Scriminate” tutte le “nuove” droghe inserite nelle tabelle degli stupefacenti a partire dal 27 febbraio 2006, dopo l’entrata in vigore della legge Fini-Giovanardi dichiarata incostituzionale con la sentenza 32/2014. E insieme depenalizzato il Nandrolone, la sostanza dopante dei ciclisti.
È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza 29316/15, pubblicata il 9 luglio dalle Sezioni unite penali della Cassazione che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” segnala. Ma solo per le condotte poste in essere prima dell’entrata in vigore del decreto 36/2014, avvenuta il 21 marzo 2014, con cui il Governo ha posto rimedio alla declaratoria di illegittimità della legge 49/2006 che ha travolto anche gli atti amministrativi sottesi. E il reinserimento delle sostanze non può far scattare un’incriminazione retroattive perché è venuto meno il nucleo essenziale, l’oggetto materiale del reato.
La sentenza ha accolto il ricorso dell’imputato di detenzione e commercializzazione di medicinali contenenti nandrolone. Per l'assoluzione la Consulta ha resuscitato la vecchia legge Vassalli-Jervolino fondata sulla distinzione fra droghe legge e pesanti. Come emerge dagli atti che hanno accompagnato l’introduzione del decreto 36/2014, la declaratoria di incostituzionalità della Fini-Giovanardi ha travolto anche i provvedimenti amministrativi adottati in applicazione della disciplina illegittima. E ciò perché c’è un legame inscindibile e biunivoco fra la legge e gli atti amministrativi che ne costituiscono l’espressione. Caduta la legge, vengono meno anche i provvedimenti ministeriali: diversamente si verificherebbe una violazione del principio di legalità.
Oggi il nandrolone e le altre nuove droghe sono tornate nelle tabelle ma la circostanza non può avere effetti retroattivi, anche se la tesi contraria punta a evitare una frattura fra il prima e il dopo la sentenza 32/2014. Il punto è che senz’altro il legislatore può derogare al principio della legge più favorevole in nome di altri importanti principi costituzionali, ma la pronuncia della Consulta ha invece prodotto l’ablazione della fattispecie con riferimento alle sostanze inserite nelle tabelle nel vigore della Fini Giovanardi. Insomma: il fatto non è previsto dalla legge come reato. Sono circa 500 le sostanze per le quali scatta l’abolitio criminis secondo la stessa stima contenuta nell’ordinanza di rimessione 50055/14 al collegio esteso, fondata sul ripristino “delle sostanze tabellarmente classificate a partire dal 27 febbraio 2006” avvenuto ad opera del decreto legge 36/2014.