A Lamezia presentato gli “Gli Intrusi-Fascino mortale”
Il tema della bulimia dai social e più in generale delle nove frontiere della comunicazione sono stati tra gli argomenti trattati nel corso della presentazione del libro “Gli Intrusi-Fascino Mortale” scritto da Antonio Cannone svoltasi a Tropea nell'ambito della rassegna “Tropeaeventi”.
L’iniziativa - organizzata dalla libreria “Il Pensiero Meridiano” in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del comune di Tropea, si è svolta in uno degli angoli più suggestivi del centro storic, largo Raponsoli - è stata moderata dalla giornalista Danila Tavella e introdotta da Chiara Condò. Presente anche l'editore di “Città del Sole”, Franco Arcidiaco. A un pubblico attento e interessato, Cannone ha spiegato i tratti salienti della sua opera. Un romanzo che si basa su una storia proiettata in un futuro non molto lontano (che probabilmente già ci appartiene) e che parte dall'utilizzo delle tecnologie, dall'uso che si fa di esse. Nel corso del dibattito, sono emersi gli aspetti più rilevanti che caratterizzano le pagine del libro e che pongono l'accento sulle condizioni dell'uomo di oggi che l'autore definisce “intruso” perché impossibilitato di fatto ad agire sui processi che governano un mondo dominato da lobby e caste. In questo quadro, per l'autore, il rischio che corre l'umanità è quello di essere vittima inconsapevole (ma non troppo) di un maccanismo quale l'utilizzo delle nuove tecnologie (computer, tablet, la stess tv) che potrebbe portare all'assoluta distruzione del genere umano. Nel libro tale evento apocalittico è costruito “cinematograficamente” attraverso una scoperta scientifica che l'uomo insegue da sempre. Ovvero, l'immortalità. E così, una potente organizzazione criminale si impossessa della formula chimica che genera la “pillola di lunga vita” e tenta di annientare il resto dell’umanità. E lo fa con un virus che si propaga proprio dagli apparecchi che tutti noi utilizziamo ogni giorno (tv, computer, telefonini etc.). Cannone, dunque, utilizzando il libro come una metafora, mette in guardia tutti noi dall’uso “spropositato” dei social che a lungo andare possono divenire deleteri a tal punto da assorbirci e farci perdere il contatto con la realtà, così da favorire il potere “che ci manipola e ci controlla”. Una “nuova subdola e perversa dittatura”, la definisce l’autore. Un romanzo affascinante che lancia un messaggio importante: l’idea secondo cui mediante i social siamo sempre in contatto con gli altri, è una mera parvenza poiché in realtà perdiamo ogni contatto con la realtà. Il monito, dunque, è quello di stare attenti a ciò che accade intorno a noi. Un libro che racconta un futuro non tanto lontano, forse già attuale e che sicuramente porta in sé il messaggio del “pericolo dell'alienazione” e il rischio di far perdere all'uomo il contatto con la realtà. Un dibattito partecipato con numerosi interventi del pubblico e che ha offerto tantissimi spunti sul vissuto quotidiano di tutti noi. Un libro definito anche “pedagico” e che affascina le nuove generazioni. Un’opera di grande suggestione accostata agli scritti di Asimov e alle “profezie” di orwelliana memoria.