Olivicoltura: Anpa Calabria chiede tavolo della filiera olivicola-olearea
“La Calabria con i suoi 180 mila ettari di uliveti, 10 milioni di quintali di olive e circa 2 milioni di quintali di olio di pressione è la seconda regione olivicola italiana”. È quanto scrive in un comunicato l’Anpa Calabria.
“Grazie anche agli aiuti comunitari 7mila produttori sono passati all’agricoltura biologica ed hanno variato il metodo di coltivazione passando dal convenzionale al biologico ben 43 mila ettari di uliveti. Con un’incidenza sul totale della superficie convertita a biologico del 37%. Oltre il 40% dell’olio prodotto è extravergine. Ma, malgrado questi dati positivi, l’olivicoltura calabrese non riesce ad emergere adeguatamente.
I problemi sono noti: l’eccessiva parcellizzazione delle aziende; la scarsa capacità di valorizzazione dell’olio, si imbottiglia solo il 4% della produzione; dei 43 mila ettari convertiti a biologico va sul mercato una minima quantità di olio Biologico certificato. Ciò perché, diversamente da come richiesto da ANPA Calabria, l’accesso agli aiuti dell’U.E., da parte delle aziende è concesso, attraverso il PSR, senza alcun vincolo di commercializzazione delle produzioni. E’ indispensabile, pertanto, avviare un progetto d’intervento con l’obiettivo di superare le criticità della filiera olivicola – olearia calabrese.
Gli strumenti ci sono. Nei prossimi giorni andrà in discussione, nella Conferenza Stato - Regioni, la ripartizione delle risorse previste dalla legge 91/2015 per il piano olivicolo nazionale che ammontano a 32 milioni di euro nel triennio 2015/2017. In quella sede il presidente Oliverio, in prima persona, deve far valere il peso dell’olivicoltura calabrese, intanto nella ripartizione delle risorse.
Come ANPA Calabria ribadiamo che è, inoltre, indispensabile che il presidente, prima della Conferenza Stato – Regioni ascolti la viva voce di tutti i rappresentanti della filiera olivicola – olearia: Organizzazioni professionali Agricole, Organizzazioni dei produttori olivicoli, industrie olearie, GDO, convocando subito un incontro regionale per mettere a punto un accordo strategico e politicamente vincolante tra tutti i soggetti della filiera.
Il secondo strumento dal quale reperire ulteriori risorse è il PSR. Visti i ritardi del suo avvio, nel 2016 si concentreranno le risorse relative agli anni 2014 – 2015 – 2016. Se la Regione sarà capace di rafforzare la sua capacità di spesa e mettere in atto le scelte giuste, affiancando adeguatamente gli sforzi dei produttori, l’olivicoltura calabrese potrà essere rilanciata e il nostro olio potrà conquistare il ruolo che gli compete sui mercati interni e internazionali”.