Graziano: “Altro che buona scuola, Renzi vara la nuova scuola caos”
“Ecco la Nuova scuola caos di Renzi. Miglia di cittadini calabresi, giovani laureati dalle belle speranze, con la valigia in mano, pronti a sbarcare nel nord Italia per perseguire le loro aspirazioni lavorative: diventare insegnanti. È questo l’effetto dell’ennesimo provvedimento, senza senso, di Renzi e compagni. Pensavamo che con la riforma della “Buona scuola” si potesse dare finalmente, dopo anni di totale immobilismo e precarietà, una svolta alla complessa struttura dell’istruzione pubblica. E invece, la messa in ruolo di 103mila docenti, rischia di generare un caos inimmaginabile. Perché, così come purtroppo accade da qualche tempo, il Governo, ancora una volta, ha scelto la via più contorta per raggiungere l’obiettivo, mortificando anni di sacrifici degli italiani”.
Ad incalzare il Premier, ancora una volta, su scelte che di fatto penalizzano il Meridione, è il consigliere regionale Giuseppe Graziano. Che nel solco delle iniziative politico-culturali a sostegno del Sud, promosse dal movimento ideale del Coraggio di cambiare, continua a battersi per le grandi questioni aperte che riguardano il Mezzogiorno. Non ultimi, gli effetti nefasti che provocherà, soprattutto nelle famiglie calabresi, il provvedimento ministeriale per l’assunzione di nuovo personale nelle scuole, sia in ambito sociale che economico.
“Ma Renzi ne combina una giusta? – si chiede sarcasticamente Graziano - aggiungendo: ci sono precari calabresi da venti anni che dopo aver conseguito la laurea, dopo aver frequentato e sostenuto l’esame di abilitazione della scuola di specializzazione e del tirocinio formativo attivo, dopo aver partecipato a master qualificati e costosi ed essersi abilitati, ora magari dalla Calabria si troveranno a Milano o Belluno. Proprio come se nelle scuole della nostra regione non ci fosse bisogno di professionalità educative, di nuovi docenti. Ma è mai possibile che, di riffa o di raffa, si pensi solo ed esclusivamente a fare gli interessi dei territori del nord?
Infatti, la questione relativa alle nuove 103mila assunzioni nelle scuola, è stata volutamente resa contorta. Tanto che lo stesso Miur, per rendere comprensibile un processo che si sarebbe potuto chiudere con una prassi più semplice e veloce, come quella di dare priorità alla messa in ruolo scorrendo le graduatorie e rapportandole alle regioni di residenza, ha dovuto perfino emettere un foglio d’istruzione. Un’assurdità – dichiara Graziano – degna della farraginosità del Governo Renzi che scontenta tutti. I supplenti meridionali con più punteggio, in realtà, dovranno accettare le cattedre più lontane da casa oppure aspettare qualche altro anno per coronare il sogno della cattedra fissa, mentre i colleghi posizionati in fondo alle graduatorie - quelli che, per intenderci, potrebbero anche non avere mai insegnato - troveranno posto vicino casa e da subito.
Una situazione – aggiunge il Segretario questore del Consiglio regionale - con l’aggravante che, ancora una volta così come successo per gli Asili nido e per le Università, le scuole del Sud si sono viste riconoscere dal Ministero dell’istruzione un numero forza lavoro necessaria di gran lunga sottodimensionato rispetto alle reali esigenze. Perché? La colpa, ovviamente – prosegue Graziano - è di una procedura varata con grande approssimazione e che rende conto solo ad alcune logiche politiche e partitiche, sinceramente incomprensibili, ma che mettono in gioco il destino di migliaia di professionisti e delle loro famiglie. Tutta colpa di un Governo in stile Maria Antonietta d’Asburgo!”.