La Pro Loco, il Comitato per il Club Unesco “Naniglio” con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Gioiosa Jonica, ospitano il “mitico” Fausto Silipo, noto allenatore di calcio ed ex difensore che racconterà la sua storia umana e professionale alla presenza di tanti amici ex compagni di squadra in particolare del glorioso Catanzaro dei miracoli.
La serata sarà moderata e condotta dall’illustre giornalista Rai Tonino Raffa (per anni voce di: “Tutto il calcio minuto per minuto in onda su radio Rai) ed ex capo redattore del TGR Calabria. Silipo è stato una “bandiera” di tre gloriose Società: Catanzaro, Genoa e Palermo.
Nella sua lunga carriera professionistica di calciatore ha disputato tre Campionati in serie A, due col Catanzaro e uno con il Genoa, collezionando complessivamente sessantacinque presenze; in Serie B, le presenze sono 267; quindici le reti realizzate, di cui due con il Catanzaro e tredici con il Palermo.
Silipo ha terminato la carriera di calciatore nel Castrovillari in serie C. In seguito, ha iniziato ad allenare nel settore giovanile Catanzarese. Ha guidato Catanzaro, Cosenza, Acireale e Cremonese in Serie B, oltre a svariate squadre in Serie C1 fra cui: Siena, Crotone, Viterbese, Pro Vasto, Rende e Matera. Nel 2007 è stato Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Beach Soccer. “C’era un ragazzo che come me”. Riccardo Colao, scrittore, giornalista e responsabile della pubblicazione del libro spiega l’aneddoto sul titolo dell’opera e i contenuti della biografia: <>. L’amarcord principale non poteva che essere verso i “colori” societari della sua città per i tifosi del Catanzaro e per gli amici della Calabria. Fausto Silipo non perde occasione per dire con schiettezza: “Io mi sento Calabrese dalla testa ai piedi”, ricordando a tutti con orgoglio di essere stato il primo catanzarese giunto in Serie A. Scorrendo fedelmente sui binari della sua autobiografia, mantenendo il “possesso palla”, nonostante i tentativi di dribbling con la professionalità del calciatore, cede all’emotività dell’uomo attraverso l’infanzia, nel ricordo del padre. ”Ho sempre amato il calcio ballato dei brasiliani, quello allegro, agile, quasi che nasce sulle spiagge. Ho iniziato a subire il fascino laggiù, alla Stella. Avevo appena nove anni, nel 1958. L’anno dei Mondiali di Svezia (o Coppa del mondo Jules Rimet del 1958, cui purtroppo l’Italia non partecipò!) che vinse proprio il Brasile contro i padroni di casa. Quella partita detiene ancora il record di reti segnate in una finale: ben sette; record del marcatore più giovane Pelé e del più longevo Liedholm. Ebbene proprio in fondo alla Stella c’era la famiglia Squillace che possedeva il televisore, l’unico in una casa di quella ‘ruga’… La partita, per vederla, bisognava pagare come al cinema… Avverto ancora i brividi. Papà avresti voluto assistere anche tu. Grazie per non avermi privato dello spettacolo e della moneta per l’ingresso. Prenderne due, lo so, sarebbe stato troppo.” Fausto Silipo, come succede a tanti raccontando la sua infanzia si commuove. Nelle occasioni pubbliche Fausto, dice che aveva rimosso molti dei suoi ricordi d’infanzia. Infatti, anche per questo motivo si racconta nel libro. Per rimettere insieme quell’intervallo perduto. Lui, per molto tempo, aveva considerato l’inizio della sua vita dai 17/18 anni. Ciò, probabilmente, dovuto alla sofferenza di aver perso il padre quando era ancora bambino, a soli dodici anni. Silipo, parlerà della madre che non gli fece abbandonare il suo sogno sui campi di calcio ma che lo spronò a “prendere un pezzo di carta”. Così si ritrova il diploma del liceo artistico perché ha l’indole a dipingere, e il titolo dell’ISEF, che insieme al calcio, saranno la più grossa soddisfazione dedicata ai suoi genitori. Alla serata organizzata in onore di Fausto Silipo hanno dato conferma della loro presenza alcuni suoi ex compagni del grande Catanzaro e, probabilmente gli organizzatori sperano in una sorpresa che al “Massimo” . . .possa completare la riuscita dell’evento…i.